venerdì 5 dicembre 2014

Andrea Loris Stival, mamma consegnò fascette a maestra dopo l’omicidio

L'episodio viene riportato dal Corriere della Sera e getta nuovi dubbi su Veronica Panarello. Accertamenti sul sul rilevatore Gps per analizzare il percorso compiuto la mattina del 29 novembre. Avvocato: "E' estranea ai fatti"

Andrea Loris Stival, mamma consegnò fascette a maestra dopo l’omicidio
Le indagini sulla morte di Loris Stival si concentrano sempre di più sulla madre, Veronica Panarello. Non è indagata. Ma i tasselli di quella mattina di sabato 29 novembre, messi insieme da polizia e carabinieri, aumentano i sospetti su di lei. L’ultimo – riportato dal Corriere della Sera – riguarda un mazzo di fascette da elettricista. Veronica ne avrebbe consegnato uno alle maestre del bambino di 8 anni, andate a casa Stival per porgere le condoglianze dopo l’omicidio. “Ve le restituisco, sono quelle che servivano per le lezioni di scienze”. Un episodio strano, a cui le  insegnanti su due piedi non danno particolare peso. Anche se sono convinte che quelle strisce di plastica non siano mai state utilizzate dai bambini in classe, né per le lezioni di scienze né per qualche altra attività, come conferma la preside dell’istituto Giovanna Campo. Le maestre le consegnano agli investigatori. Ma adesso quell’episodio viene riletto sotto un’altra luce. Perché i nuovi esami medico legali (non ancora conclusi) sembrano aver fissato un punto fermo: prima di essere gettato nel canalone in contrada Vecchio Mulino, 4 chilometri da Santa Croce Camerina (Ragusa), Loris è statostrangolato con una fascetta da elettricista, una di quelle che una volta strette non possono più essere aperte se non con un coltello, un temperino o un paio di forbici. Proprio sul collo del bambino è stata rinvenuta una ferita verticale, probabilmente compatibile con un taglio; e dei graffi forse causati dalla base zigzagata della stringa di plastica.
Un nuovo tassello, dunque, che si aggiunge ad altri due punti oscuri di questo omicidio. A cominciare dal video di una telecamera di videosorveglianza piazzata poco lontana dalla casa di via Garibaldi degli Stival. Immagini che smentirebbero la versione di Veronica che continua a sostenere di aver accompagnato Loris alla scuola elementare Falcone e Borsellino di via Fratelli Cervi. Quella mattina, secondo i detective, il bambino non è mai arrivato in classe. In quei frame si vede invece il piccolo che torna verso casa. Forse dopo un litigio con la mamma. Perché, questo lo riferisce la stessa Veronica, “mio figlio non andava volentieri a scuola perché diceva che lo prendevano in giro. Da circa una settimana il bambino aveva manifestato l’intenzione di non andare più a scuola”. E quel sabato mattina il piccolo glielo disse nuovamente. “Loris -racconta la Panarello – non voleva andare a scuola ma voleva venire con me al castello ma io gli dissi di no perché avevo il corso”.
Ci sono poi le contraddizioni che saltano fuori incrociando i due verbali riempiti dalla mamma la sera del 29 e 30 novembre negli uffici della Questura. La lente degli investigatori si focalizza su tre punti in particolare: un sacchetto della spazzatura, la partecipazione della donna a un corso di cucina e la distanza a cui il piccolo Loris sarebbe stato lasciato da scuola.
Immagini, incongruenze ed episodi strani. Questi al momento sono i frammenti della storia che gettano sospetti sulla mamma di Loris.Per ora l’unico indagato rimane Orazio Fidone, il 64enne che per primo ha scoperto il cadavere. Lei, Veronica, sostiene di “aver detto la verità. Quella mattina l’ho accompagnato a scuola”. Nuove indicazioni sul suo racconto e sul percorso compiuto quel 29 novembre potranno venire dall’esame del rilevatore Gps presente sulla sua Polo nera. Questa mattina i tecnici stanno cercando di accertare se è possibile estrapolare dati utili. La notizia, anticipata da La Sicilia, ha trovato più conferme.  “La mamma di Loris ha autorizzato volontariamente l’acquisizione del Gps – spiega il legale della ragazza, l’avvocato Francesco Villardita – che era stato istallato nella sua auto nell’ambito di un contratto stipulato con la compagnia assicurativa. Non è stato sequestrato, così come la Polo: è acquisita agli atti dell’inchiesta perché la mia assistita non è indagata. Ed è estranea ai fatti”.
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