venerdì 27 novembre 2015

Quarto Grado, anticipazioni puntata del 27 novembre 2015

Dal processo a Massimo Bossetti e Veronica Panarello a Vatileaks 2

Quarto Grado, anticipazioni puntata del 27 novembre 2015

L’appuntamento con Quarto Grado è stasera su Rete 4, alle 21.10: il pubblico vedrà le ultime notizie sul processi di Massimo Bossetti e i risvolti sul caso Loris Stival, relativamente alla deposizione della madre, Veronica Panarello.
Dal processo a Massimo Bossetti, ai risvolti sul caso Loris Stival e il processo alla madre, Veronica Panarello, che avverrà a breve, fino alle ultime notizie relative all’udienza per Vatileaks 2: saranno queste le prime notizie di cronaca che verranno trattate stasera a Quarto Grado, durante la puntata che andrà in onda alle ore 21.15 su Rete 4.
Gianluigi Nuzzi e Aessandra Viero conducono Quarto Grado: stasera, in puntata, lo scrittore Donato Carrisi. A cinque anni di distanza dalla scomparsa di Yara Gambirasio, il settimanale a cura di Siria Magri pone l’accento sul giallo di Brembate e ripercorre gli sviluppi dell’inchiesta giunta quest’anno nelle aule del Tribunale di Bergamo. Inoltre, si parlerà del caso Loris Stival e del giallo di Brescia.
Oltre agli aggiornamenti sul processo a Massimo Bossetti, sull’omicidio diLoris Stival,  a Quarto Grado si parlerà anche dei misteriosi avvenimenti che ruotano intorno alla fonderia Bozzoli di Brescia. Infine, il duplice delitto di Pordenone.

Fonte: urbanpost.it

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Vatileaks 2, messaggi hot tra Chaouqui e il monsignore: "Sei depresso? Scopa"

Mentre prosegue il processo Vatileaks 2, spuntano conversazioni intime tra i due imputati. "Silvana è perfetta... è morbida", scrive lei al prelato. La Chaouqui sui social si lamenta: "Vaticano colabrodo"

Vatileaks 2, messaggi hot tra Chaouqui e il monsignore: "Sei depresso? Scopa"

Mentre prosegue il processo Vatileaks 2, spuntano messaggi hot fra Francesca Immacolata Chaouqui, la pr membro della commissione referente vaticana sui tagli di spesa, e il monsignore Lucio Angel Vallejo Balda. Tra i due, rinviati a giudizio con l'accusa di divulgazione di documenti riservati e associazione a delinquere, il rapporto era dunque molto stretto. "Sei depresso? Scopa, ti passa la tensione", scrive su WhatsApp la Chaouqui al monsignore.

"Mia mamma ti porta Silvana... è morbida" - Come riporta Il Giorno, sono centinaia i messaggi hot via Whatsapp tra Chaouqui e il monsignore spagnolo. All'epoca della commissione referente vaticana sui tagli di spesa la confidenza tra i due era massima. "Senti - scrive la Chaouqui a Vallejo - ora che vai a San Sosti (il paese in Calabria di cui è originaria, ndr) - mia mamma ti porta da Silvana... è perfetta, ed è una mia cugina, così può anche essere salvato il patrimonio genetico. Poi mi dici che ne pensi. 36 anni. Morbida". La risposta di Vallejo sembra mostrare interesse: "Hmmmmm".

"Lassa perdere. È brutta" - Il prelato risulta poi essere effettivamente andato a San Sosti, a casa della famiglia Chaouqui. "Martedì sera viene a casa tua a trombare. Ok?", gli ricorda la pierre. E ancora: "Silvana vuole trombare. Che facciamo?". "Io no", replica il monsignore. Ma la Chaouqui lo incalza: "Tu sei perfetto, Silvana è morbidissima. Perché non va bene?". "Lassa perdere. È brutta", risponde secco.

"Lunedì Negroni fino alla morte" - La Chaouqui continua: "Ha detto lo psichiatra che devo farti divertire. Lunedì Negroni fino alla morte". In altre conversazioni emergono altre pressioni. "Se continui a fare di testa tua con noi hai chiuso - minaccia la pierre -. Io sono stanca di farti da badante, se fai casino... con la tua sicurezza e la tua protezione hai chiuso".

"Ma perché vuoi abbandonarmi?" - I rapporti tra i due poi iniziano a deteriorarsi. "Io ti conosco. So bene quando vuoi mettere distanze. Ora vuoi mettere distanza perché qualcosa ti fa male o ti dà fastidio. Ma come al solito non me lo dici e ci resto male. Sai quanto ci tengo e ti voglio bene... ma è per te che lo faccio. Ma perché vuoi abbandonarmi?", scrive la Chaouqui. Vallejo per un po' non risponde poi sbotta: "Ho bisogno de un po' de tranquillità. Te priego".

"Sei depresso? Scopa, che ti passa la tensione" - Dagli atti del fascicolo con cui il pm vaticano ha ottenuto il rinvio a giudizio del monsignore, emerge poi che la Chaouqui abbia anche promesso ai genitori del premier Matteo Renzi un incontro a Santa Marta con papa Francesco in persona. All'ultimo momento, però, non è andato in porto. La Chaouqui a Vallejo: "Avevo messo mesi a sistemare le cose con la Segreteria di Stato e hai rovinato tutto con quella boccaccia che non sai tenere chiusa. Ora mandi tutto a puttane perché sei triste. Vaffanculo". E lui: "No possiamo promettere quello che no è possibile". Allora la Chaouqui: "Sei depresso? Scopa, che ti passa la tensione".

Chaouqui: Vaticano colabrodo, violata la mia dignità - Tramite i social network la Chaouqui si lamenta di quanto esce sui media. "Sono a processo per una fuga di notizie. E mentre aspetto di capire cosa è meglio fare per me leggo dai giornali che filtrano gli atti del processo: atti secretati. Atti in base a cui si deciderà se ho o non ho tradito il Papa e che io ho sfogliato per soli 20 minuti. In teoria Essi dovrebbero essere Posseduti solo dagli avvocati e dagli inquirenti, a noi non vengono dati proprio per evitare che escano. Invece stanno lentamente diventando di dominio pubblico. Il Vaticano è un colabrodo". 

"L'enciclica - aggiunge -, la lettera dei cardinali al sinodo, decine di articoli, il maggiordomo, gli atti di Cosea e ora gli atti del processo. Ogni mattina qualcuno in Vaticano si sveglia e sa che dovrà consegnare qualcosa a qualche giornalista per glorificare o distruggere qualcuno. E' la prassi. Posso citare decine di vittime: Gotti Tedeschi, il nunzio Vigano, Monsignor Ricca, io stessa. E poi un giorno qualcuno alza il tiro e arrestano me nonostante le prove di chi abbia consegnato cosa e a chi esiste per tabulas e certo non ero io. Ma io vado distrutta a prescindere".

"Subisco senza potermi difendere" - "Che sia un modo - si chiede - per spiegare a Francesco che mai più si permetta di fare nomine a prescindere dalla Segreteria di Stato come avvenne quando Egli mi volle al suo fianco per aiutarlo a riformare le finanze vaticane. L'arresto ed il processo dovevano essere esemplari e far sì che mai più un foglio filtrasse dal Vaticano. Vedo che è servito a molto. I veri corvi ridono e distribuiscono gli atti processuali. Io subisco senza modo di difendermi". "Nella giornata mondiale delle donne - dice anche la pierre ed ex consulente vaticana - pensate al male che mi sta facendo uno Stato che siede all'Onu addirittura in difesa dei diritti dell'umanità. Mi viene tolta la dignità da chi esiste in nome di Dio. Perché io dovrei sottostare a tutto questo?".


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Trieste, carico di 800 armi sequestrato al porto: era destinato al Belgio

Il ministro dell'interno Angelino Alfano ha specificato che si tratta "per ora di sequestro amministrativo". I fucili a pompa provengono dalla Turchia ed erano diretti anche in Germania e Olanda

Trieste, carico di 800 armi sequestrato al porto: era destinato al Belgio

Un carico di circa 800 fucili a pompa, provenienti dalla Turchia e diretti in GermaniaOlanda e Belgio, è stato scoperto dalla Guardia di Finanza e dalle Dogane al porto di Trieste. "Si tratta per ora di un sequestro amministrativo", ha detto il ministro dell'Interno Angelino Alfano sottolineando che "si stanno facendo tutti gli approfondimenti". Le armi erano trasportate, senza autorizzazioni, da un Tir olandese condotto da un cittadino turco.

I fucili sequestrati sono marca "Winchester" e calibro 12-51 e 12-47, e valgono circa 500mila euro. Le armi sono arrivate tre giorni fa allo scalo giuliano provenienti dalla Turchia e destinati a un operatore del ramo in Belgio. Regolarmente prodotti in uno stabilimento turco, ognuno nella propria scatola, i fucili erano in un autoarticolato con targa olandese, condotto da un cittadino turco, insieme ad altre merci destinate in Germania e Olanda. Tutti denunciati nella bolla di carico.

La particolarità del carico, la sua provenienza e la destinazione, hanno attivato ulteriori controlli da parte delle Fiamme Gialle e dei funzionari doganali del servizio Antifrode. Sebbene non vi fossero irregolarità di tipo doganale, è stato però scoperto che non era stata chiesta autorizzazione alle Autorità di pubblica sicurezza, obbligatoria per il trasporto, anche se non destinato al territorio nazionale.

Carico fermato per irregolarità nei documenti - Mercoledì è scattato il sequestro, su richiesta della Procura della repubblica di Trieste, con la denuncia dell'esportatore turco, per l'ipotesi di reato di commercio non autorizzato di armi. Sono in corso ulteriori accertamenti su tutta la filiera del carico e in particolare sui destinatari. E' la prima volta che un carico di armi in transito per Trieste viene fermato per irregolarità nei documenti.

Procuratore capo di Trieste: "Controlli incentivati" - Il procuratore capo di Trieste, Carlo Mastelloni ha definito il sequestro "rilevante" sottolineando che la Guardia di Finanza "abbia ben interpretato questo momento storico incentivando i controlli nell'ambito portuale, zona sensibile che con la propria attività condiziona commercialmente la città di Trieste".

"Trieste registra 250mila transiti annui da e per la Turchia" - Per il responsabile del Servizio Antifrode dell'Ufficio delle Dogane di Trieste, Nicola Palladino, "in questo periodo lavoriamo con la maggiore precisione possibile sul quel che passa dal porto, che registra 250mila transiti annui da e per la Turchia".


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Rapina in villa, il gioielliere Corazzo: il basista potrebbe essere un italiano

"Durante il colpo non parlò con i complici, esprimendosi solo a gesti: forse è addirittura della zona"

Rapina in villa, il gioielliere Corazzo: il basista potrebbe essere un italiano

"La mia ipotesi è che uno dei banditi fosse un basista italiano". Lo dice Rodolfo Corazzo, il gioielliere di 59 anni che due giorni fa ha ucciso uno dei tre rapinatori che hanno fatto irruzione nella sua villetta a Lucino di Rodano, nel Milanese. "Credo che addirittura sia originario della zona. E' l'unico che non ha parlato, dava indicazioni a gesti. Potrebbe aver fornito lui le indicazioni per arrivare a me", aggiunge.

"Mi hanno sequestrato tutte le armi per le indagini ma non ho paura. Credo che i due complici in fuga abbiamo altri problemi a cui pensare", aggiunge Corazzo all'agenzia Ansa. "Non temo per la mia vita, anche se ora sono disarmato. I banditi devono pensare a scappare ed è possibile che vengano catturati a breve. Non credo che io sia il loro prossimo obiettivo".


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Truffa da 50 milioni di euro all'Ordine dei francescani, broker si suicida

La Gdf ha ritrovato il corpo del 78enne Leonida Rossi, impiccatosi nella sua villa di Lurago d'Erba (Como). L'uomo era accusato di truffa e abusivo esercizio dell'attività finanziaria

Truffa da 50 milioni di euro all'Ordine dei francescani, broker si suicida

Si è suicidato impiccandosi nella sua villa di Lurago d'Erba (ComoLeonida Rossi, il 78enne broker italo-svizzero indagato dalle procure di Milano e Lugano per un ammanco di cinquanta milioni di euro dalle casse dell'Ordine dei frati minori francescani. L'uomo era accusato di truffa abusivo esercizio dell'attività finanziaria. Tra gli indagati anche l'ex economo dell'Ordine, il frate Giancarlo Lati, accusato di appropriazione indebita.

Nella giornata di mercoledì, la polizia svizzera e il nucleo valutario della Gdf hanno effettuato una raffica di perquisizioni tra Svizzera e Italia, anche negli uffici di Lugano del broker e nella sede milanese della Anycon, società a lui riconducibile. A Leonida Rossi sono stati sequestrati anche beni mobili e immobili per quasi cinque milioni di euro

Oltre al broker 78enne nell'inchiesta milanese sono indagati, per appropriazione indebita, tre ex economi dell'ordine e cioè Giancarlo Lati, Renato Beretta e Clemente Moriggi (tutti rimossi). I tre religiosi, anche loro perquisiti, non avrebbero tratto beneficio personale dalla vicenda, ma avrebbero impiegato i fondi della cassa dell'Ordine secondo modalità non autorizzate.

La vicenda di Leonida Rossi - Secondo la ricostruzione della Procura di Milano, Leonida Rossi avrebbe ricevuto dall'Ordine dei frati minori, tra il 2007 e il 2014, somme fino a venti milioni di euro. Fondi che poi sono stati investiti in Svizzera a tassi di interesse - aveva assicurato lo stesso broker - non inferiori al 12%. Rossi avrebbe corrisposto inizialmente alcune somme pari agli interessi, poi - secondo la denuncia dei francescani - non avrebbe restituito né capitale, né interessi, determinando in tal modo l'ammanco nelle casse dei tre enti dei frati minori. Il professionista avrebbe poi riciclato oltre 26 milioni di euro impiegandoli in "attività economiche, in particolare in attività edilizie speculative", come si legge nel decreto di perquisizione firmato dai pm Adraino Scudieri, Alessia Miele e Sergio Spadaro.


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Roma, aggredita dall'ex compagno con un coltello: il suo cane la salva

L'animale ha morso l'uomo che è stato poi bloccato e arrestato dalla polizia per maltrattamenti e atti persecutori

Roma, aggredita dall'ex compagno con un coltello: il suo cane la salva

Aggredita dall'ex compagno con un coltello da cucina, è stata difesa dal suo cane che ha morso l'uomo facendolo fuggire. E' accaduto in un appartamento del quartiere del Tufello, a Roma. L'aggressore, un 46enne romano, è stato poi bloccato e arrestato dalla polizia per maltrattamenti e atti persecutori: aveva diversi precedenti per reati analoghi.

L'aggressione è avvenuta nell'abitazione della donna che, dopo aver subito vari colpi alla nuca, ad un braccio e alle gambe, si è rifugiata in una stanza. A fermare la furia dell'aggressore ci ha pensato il cane che ha morso l'uomo costringendolo ad allontanarsi dall'appartamento.


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martedì 24 novembre 2015

Giubileo, scatta il piano sicurezza. Duemila uomini in più a Roma

Dall'8 dicembre sarà in vigore la no-fly zone. Metal detector in piazza San Pietro, massima attenzione verso i luoghi frequentati dai giovani

Giubileo, scatta il piano sicurezza. Duemila uomini in più a Roma

A due settimane dall'apertura del Giubileo, scatta a Roma il nuovo piano sicurezza. Per le strade 2mila uomini in più, pattuglie anche sui bus. Dall'8 dicembre, inoltre, sarà in vigore la no-fly zone. Sorvegliati speciali saranno piazza San Pietro, dove da domenica sono in funzione i metal detector, e i principali monumenti della Capitale, dal Colosseo a Fontana di Trevi. Attenzione particolare anche verso i luoghi frequentati dei giovani.

I quindici giorni che ci separano dall'apertura della Porta Santa, che darà il via ufficiale al Giubileo di Papa Francesco, saranno una sorta di "prova generale" per le forze dell'ordine. Gli attentati di Parigi del 13 novembre hanno infatti reso ancora più necessario rafforzare ulteriormente la difesa della città e aumentare il più possibile la percezione della sicurezza tra la popolazione, preoccupata da minacce e allarmi. 

Agenti in divisa saliranno sui mezzi di trasporto per garantire la sicurezza dei passeggeri e anche concerti, partite e manifestazioni potranno contare su controlli serratissimi al punto che il questore Nicolò D'Angelo non esclude perquisizioni, "qualora lo si ritenga opportuno". 

Stringenti controlli anche lungo il Tevere e sulle vie utilizzate dai pellegrini per raggiungere la Capitale, dagli aeroporti alle stazioni ferroviarie. 

La no-fly zone - Dall'8 di dicembre, infine, scatterà la no-fly zone: il divieto di sorvolo sulla città per gli ultraleggeri e le misure anti-droni, così come annunciato dal prefetto Franco Gabrielli, che non ha escluso l'ipotesi di abbattimento dei velivoli in caso di necessità.

Fonte: tgcom24.mediaset.it

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Lecco, identificato il pirata della strada: aveva perso lo specchietto

Il 44enne, residente a Monza, sabato sera aveva investito una ragazza, che ora è in coma in condizioni disperate

Lecco, identificato il pirata della strada: aveva perso lo specchietto

È stato lo specchietto laterale del suo camper, lasciato sull'asfalto, a permettere ai carabinieri di risalire al pirata della strada che il 21 novembre ha investito una ventiduenne di origine senegalese, Soda Fall, per poi fuggire a tutta velocità. Per 15 ore la giovane è rimasta ferita e al freddo in un fosso al confine di Robbiate, provincia di Lecco, finché non è stata trovata e soccorsa, la mattina dopo, da un gruppo di ciclisti. Ora si trova all'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, ma le sue condizioni sono disperate.

Grazie allo specchietto e ai filmati di alcune telecamere lungo la strada, gli uomini del radiomobile hanno rintracciato il proprietario del mezzo. Si tratta di un quarantaquattrenne di origini calabresi ma residente a Cornate, in provincia di Monza, che - sperando di farla franca - aveva già portato il camper dal carrozziere per una riparazione urgente.


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Yara, capelli di donna trovati sul corpo. Rosita Brena: mia figlia era sua amica

La testimonianza a "Pomeriggio cinque": "Erano in classe insieme"

Yara, capelli di donna trovati sul corpo Rosita Brena: mia figlia era sua amica

Dopo tre giorni dalla sua entrata in scena nel caso dell'omicidio di Yara Gambirasio, Rosita Brena, la donna il cui dna mitocondriale coincide con il capello incastrato fra il giubbino della vittima e il terreno del campo di Chignolo dove è stato ritrovato il corpo della ragazza,
ha spiegato la sua versione a "Pomeriggio Cinque". 

"Mia figlia andava a scuola con Yara - ha spiegato la donna a una giornalista del programma di Barbara D'Urso -  Erano nella stessa classe, per cui mi sembra più che probabile che ci fosse un capello di mia figlia sul suo corpo, perché ovviamente le ragazzine si abbracciano, si sta insieme in classe e può essere che sia successa questa cosa. La cosa più ovvia è questa". La donna, inoltre, ha lo stesso cognome di Silvia Brena, la maestra di ginnastica di Yara che ha lasciato sul polsino del giubbino il suo Dna e, in merito all’ipotesi che fosse sua parente, ha chiarito: "Non sono parente di Silvia Brena. Non ho parenti che si chiamano con questo nome. Non so neppure chi sia".


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Terrorismo, Viminale espelle 4 marocchini. Nei loro pc: "Il tempo della Jihad è arrivato"

Da anni sotto osservazione, sono stati rimpatriati per "motivi di sicurezza dello Stato". In loro possesso file di registrazioni vocali con inni al martirio. Intanto, non ci sono tracce del passaggio di terroristi in azione a Parigi da Roma


Terrorismo, Viminale espelle 4 marocchini Nei loro pc: "Il tempo della Jihad è arrivato"

Quattro marocchini sono stati espulsi a Bologna dalla Digos per sospetti legami con ambienti terroristici. Il provvedimento è stato disposto dal ministero dell'Interno nell'ambito di un'inchiesta della Procura sul terrorismo islamico. I quattro erano stati trovati in possesso di materiale inneggiante al martirio. "Il tempo della Jihad è arrivato e il martirio per causa di Allah è il nostro obiettivo", è il contenuto di alcuni file trovati nei computer a loro sequestrati. La Procura aveva chiesto per loro un provvedimento di custodia cautelare, ma la domanda è stata rigettata dal gip. Intanto a Roma si cercano possibili legami e basi forniti ai terroristi di Parigi.

Il provvedimento d'espulsione dei marocchini che vivevano da decenni a Bologna è stato firmato dal ministro dell'Interno, che ha ritenuto sussistente pericoli per la sicurezza visti presunti legami dei quattro con il terrorismo. Erano infatti stati oggetto di un'indagine, partita da perquisizioni del 2012, ed erano tutti indagati per addestramento ad attività con finalità di terrorismo anche internazionale. 

Intanto, non risultano riscontri di passaggi di soggetti sospetti nella Capitale. E' quanto emerge dal lavoro degli inquirenti dell'antiterrorismo di Roma che a dieci giorni dagli attacchi di Parigi cercano di mettere in fila i tasselli degli spostamenti nel nostro paese di chi ha seminato il terrore nella capitale francese. 

Gli inquirenti non escludono però la presenza di basi logistiche di terroristi in Italia. Sui fatti del 13 novembre la Procura di Roma ha avviato un procedimento in cui si ipotizza il reato di strage. 

Sembra quasi certo invece che alcuni appartenenti alle cellule dell'Isis in azione in Francia hanno usato l'Italia "come luogo di passaggio e di transito" per poter raggiungere il nord d'Europa. E' il caso, in particolare, del super ricercato Abdslam Salah che giunto in Puglia nell'agosto scorso avrebbe attraversato la dorsale adriatica per raggiungere poi Conegliano, nel Veneto, e quindi lasciare l'Italia.

Salah e il basista delle cellule di kamikaze Ahmed Dahami, arrestato nei giorni scorsi in Turchia, erano nel nostro Paese tra fine luglio e i primi di agosto di quest'anno. Da Bari hanno raggiunto Patrasso in traghetto il primo di agosto e dopo quattro giorni hanno fatto il viaggio al contrario, passando per il Veneto prima di superare i confini. 

Trasferta blindata per la Roma a Barcellona - Notevoli le misure di sicurezza per il match di Champions league tra Barcellona e Roma. La decisione di innalzare i livelli di sicurezza è stata presa dalla polizia catalana dopo gli attentati di Parigi. I cancelli del Camp Nou saranno aperti tre ore prima del fischio d'inizio e l'accesso allo stadio sarà consentito solo con il biglietto d'ingresso o l'abbonamento. Vietato recarsi allo stadio con zaini e borse di grandi dimensioni.


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"Proiettili difettosi alla polizia" Viminale: da usare solo nei poligoni

Due circolari inviate alle Questure di tutta Italia invitano a non usare queste cartucce durante il servizio. La partita di munizioni è stata acquistata alla fine del 2013

"Proiettili difettosi alla polizia" Viminale: da usare solo nei poligoni

Ai problemi nati dai tagli costanti al bilancio degli ultimi anni, secondo le denunce dei sindacati, si aggiunge ora, per la polizia, anche la questione "munizioni". Una partita di cartucce, acquistata dalla ditta Fiocchi nel 2013 e già diffusa, è difettosa e non va assolutamente usata in servizio. I proiettili, si legge in due circolare del Viminale, vanno usati soltanto al poligono.

E' il Fatto quotidiano a rendere noto i due documenti riservati inviati alle Questure di tutta Italia e a parlare di una partita di sei milioni e 400mila cartucce. Le munizioni, infatti, in parte sono fallate. Questo comporta che le cartucce possono essere utilizzate nei poligoni di tiro, dove l'agente è protetto dagli occhiali.

Per le Beretta M-12 ci sono altre restrizioni. In quest'ultimo caso, infatti, l'uso di munizioni difettose è vietato anche nelle aree di esercitazioni perché la mitraglietta, a differenza delle pistole, ha una camera aperta e un proiettile difettoso potrebbe provocare gravi incidenti.

Il precedente nel 2011- Già nel 2011 il Viminale si era trovato di fronte a un caso simile e aveva disposto la sospensione di alcuni lotti di cartucce prodotte dalla ditta Sellier&Bellot, azienda della Repubblica Ceca. Le pallottole esplodevano per la polvere da sparo di bassa qualità. La partita venne poi ritirata.

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lunedì 23 novembre 2015

La polizia francese pubblica la foto del terzo terrorista dello Stadio e lancia un appello

"Chi ha informazioni utili parli". Si tratta di uno degli attentatori di Parigi


La polizia francese pubblica la foto del terzo terrorista dello Stadio e lancia un appello

La polizia nazionale francese ha diramato un appello tramite Twitter. Sul post con la foto di uno degli attentatori ancora non identificati dello stadio di Parigi, si chiede a chi ha informazioni di contattare gli investigatori. Secondo una giornalista della Bbc, i kamikaze sarebbe arrivato sull'isola greca di Leros il 3 ottobre, ma si chiamerebbe M. al Mahmod e non Ahmad al Mohammad come risulta dalle foto segnaletiche. In corso gli accertamenti.


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Belgio, blitz della polizia: 16 arresti. Salah visto a Liegi, sfugge a cattura

Resta intanto allerta massima in tutto il Paese: lunedì resteranno chiusi gli uffici, i luoghi pubblici e le stazioni della metropolitana. Premier: "Situazione molto seria"

Belgio, blitz della polizia: 16 arresti. Salah visto a Liegi, sfugge a cattura

Mentre a Bruxelles l'allerta terrorismo resta al massimo livello, la polizia belga lancia la sua offensiva per stringere il cerchio attorno a Salah Abdeslam, che però riesce a sfuggire. Dopo una retata scattata con una maxi-operazione coordinata in sette quartieri della città, le forze dell'ordine arrestano 16 persone, tutte in qualche modo collegate all'inchiesta sui fatti di Parigi.

Salah intercettato a Liegi, sfugge ancora alla cattura - La minaccia rimane "seria e imminente", e spinge il Paese a restare blindato. I 16 arresti, che dovranno essere convalidati dal giudice, non bastano a rassicurare le autorità, che chiedono il massimo riserbo e non accettano domande sull'inchiesta. Salah riesce ancora a sfuggire alla cattura: la polizia lo avrebbe visto a Liegi ma poi avrebbe perso le sue tracce mentre scappava su una BMW in direzione della Germania.

Blitz della polizia a Bruxelles e Charleroi - Le operazioni coordinate della polizia sono scattate nel tardo pomeriggio di domenica, subito dopo che il premier Charles Michel aveva confermato che l'allerta rimane al livello 4. Le forze speciali hanno chiuso un ampio perimetro vicino alla Grand Place, sono entrati in un hotel Radisson poco distante, e hanno compiuto azioni a Etterbeek, Molenbeek, Jette, Anderlecht, Forest, Woluwe. Tutto sotto gli occhi di una città spettrale. A Molenbeek, sono entrati anche a casa dello zio di Salah. Contemporaneamente, altre tre perquisizioni si sono svolte nella città di Charleroi. Ma in tutte le operazioni non sono state trovate né armi né esplosivi. 

Premier: "Situazione estremamente seria" - La situazione è "estremamente seria" ha detto Charles Michel alla tv Rtbf, poco dopo l'inizio dei blitz nel Paese. Massima allerta anche per la popolazione: "Chiediamo a tutti di restare calmi e di seguire rigorosamente le istruzioni delle forze dell'ordine" è stato infatti il messaggio lanciato via Twitter dal centro di crisi del Belgio, mentre si svolgevano le operazioni di polizia nelle diverse aree del Paese.


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Firenze, carrozzina investita, grave neonato

90enne stava facendo manovra

Firenze, carrozzina investita, grave neonato

Un bimbo di tre mesi è in prognosi riservata dopo essere stato investito dall'auto guidata da un 93enne, a Firenze. L'anziano stava facendo retromarcia quando la vettura è salita su un marciapiede, finendo su una panchina e investendo la carrozzina dove dormiva il neonato. Illesa la madre. Il bimbo è stato trasportato d'urgenza all'ospedale pediatrico Meyer, dove è gli è stato riscontrato un trauma cranico. Le sue condizioni sono gravi.


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Giubileo, scatta il piano sicurezza. Duemila uomini in più a Roma

Dall'8 dicembre sarà in vigore la no-fly zone. Metal detector in piazza San Pietro, massima attenzione verso i luoghi frequentati dai giovani

Giubileo, scatta il piano sicurezza Duemila uomini in più a Roma

A due settimane dall'apertura del Giubileo, scatta a Roma il nuovo piano sicurezza. Per le strade 2mila uomini in più, pattuglie anche sui bus. Dall'8 dicembre, inoltre, sarà in vigore la no-fly zone. Sorvegliati speciali saranno piazza San Pietro, dove da domenica sono in funzione i metal detector, e i principali monumenti della Capitale, dal Colosseo a Fontana di Trevi. Attenzione particolare anche verso i luoghi frequentati dei giovani.

I quindici giorni che ci separano dall'apertura della Porta Santa, che darà il via ufficiale al Giubileo di Papa Francesco, saranno una sorta di "prova generale" per le forze dell'ordine. Gli attentati di Parigi del 13 novembre hanno infatti reso ancora più necessario rafforzare ulteriormente la difesa della città e aumentare il più possibile la percezione della sicurezza tra la popolazione, preoccupata da minacce e allarmi. 

Agenti in divisa saliranno sui mezzi di trasporto per garantire la sicurezza dei passeggeri e anche concerti, partite e manifestazioni potranno contare su controlli serratissimi al punto che il questore Nicolò D'Angelo non esclude perquisizioni, "qualora lo si ritenga opportuno". 

Stringenti controlli anche lungo il Tevere e sulle vie utilizzate dai pellegrini per raggiungere la Capitale, dagli aeroporti alle stazioni ferroviarie. 

La no-fly zone - Dall'8 di dicembre, infine, scatterà la no-fly zone: il divieto di sorvolo sulla città per gli ultraleggeri e le misure anti-droni, così come annunciato dal prefetto Franco Gabrielli, che non ha escluso l'ipotesi di abbattimento dei velivoli in caso di necessità.


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