domenica 20 dicembre 2015

Allarme bomba, evacuata la Mole Antonelliana a Torino

L'evacuazione del monumento simbolo della città si è svolta con ordine e la zona è stata messa in sicurezza con transenne

Allarme bomba, evacuata la Mole Antonelliana a Torino

Massima allerta a Torino dopo che una telefonata anonima al 112 ha fatto scattare l'allarme bomba alla Mole Antonelliana, monumento simbolo della città e sede del Museo Nazionale del Cinema. Sul posto sono intervenuti i carabinieri, che hanno evacuato i numerosi visitatori presenti. Quello di oggi non è l'unico allarme bomba delle ultime settimane. L'ultimo in zona Lingotto, davanti ad un negozio, dove è stato ritrovato un falso ordigno.

L'evacuazione si è svolta con ordine e la zona è stata messa in sicurezza con transenne. Di recente era stato registrato un altro allarme anche all'aeroporto di Caselle, a bordo di un aereo in partenza per Roma, ma in quel caso si rivelò falso.


cronache criminali

mercoledì 16 dicembre 2015

Arrestato il cognato di Galliani: rubava magliette del Milan

Gli agenti della Digos di Varese hanno colto in flagranza di reato Mustapha Medhoun, cognato della ex moglie di Adriano Galliani, ieri pomeriggio con alcuni capi di abbigliamento rubati, dopo un'indagine tecnica scaturita dalla denuncia del Dipartimento della Sicurezza Interna del club due mesi fa

Serie A - Milan, rubava magliette e calzoncini: arrestato magazziniere
Tifosi Milan, Milanello, LaPresse

Di Stefano Dolci
Come se non bastassero i guai in campo e le pessime prestazioni che hanno iniziato a far traballare la panchina di Sinisa Mihajlovic, il Milan finisce nell’occhio del ciclone per una storia di furti di materiale tecnico a Milanello che ha portato in manette un magazziniere. Gli agenti della Digos di Varese hanno, infatti, colto in flagranza di reato di Mustapha Medhoun, cognato della ex moglie, la terza, dell’ad milanista Adriano Galliani ieri pomeriggio con alcuni capi di abbigliamento rubati, dopo un'indagine tecnica scaturita dalla denuncia del Dipartimento della Sicurezza Interna del club rossonero due mesi fa.





cronache criminali



Ilaria Cucchi: medici responsabili

"Mi auguro che agenti ora parlino"

Ilaria Cucchi: medici responsabili

"I medici sono responsabili della morte di mio fratello, se lo avessero curato non ci sarebbe alcun motivo di parlare di lui". Lo ha detto a Tgcom24 Ilaria Cucchi commentando il verdetto della Cassazione che definisce "un nuovo importante inizio". "Mi auguro che adesso gli agenti della polizia penitenziaria assolti parlino e dicano tutto quello che sanno", ha spiegato. "Ora la Procura ha voglia di fare chiarezza rispetto a sei anni fa", ha aggiunto.


cronache criminali

Blitz Skinheads, 6 perquisizioni

R.Emilia,dopo attacco sedi Caritas e Pd

Blitz Skinheads, 6 perquisizioni

La polizia ha eseguito sei perquisizioni nei confronti di simpatizzanti e militanti dell'associazione Veneto Fronte Skinheads residenti nelle province di Reggio, Mantova e Verona. Il 25 novembre l'associazione aveva "firmato" blitz contro la sede della Caritas reggiana e le sedi Pd di Reggio e Correggio, "per denunciare - aveva rivendicato - chi continua a condurre un chiaro disegno politico finalizzato all'annientamento dell'identità italiana".


cronache criminali

lunedì 14 dicembre 2015

Perde la voce, a processo il call center

Una 44enne, dipendente da nove anni di un'azienda torinese, è affetta da cordite cronica per aver parlato 40 minuti all'ora: in cinque dovranno rispondere di lesioni personali colpose

Perde la voce, a processo il call center

Una cordite cronica e un deficit vocale irreversibile: è il risultato di nove anni di lavoro in un call center che si è portata a casa un'operatrice 44enne. La donna, in media, parlava circa 40 minuti all'ora: adesso della della sua malattia sono chiamati in giudizio cinque responsabili dell' azienda torinese, Voice Care, con l' accusa di lesioni personali colpose. Dunque, le distonie entrano nell'elenco delle malattie professionali degli operatori di call center, e per la prima volta se ne discute anche in un processo.

Secondo quanto riporta La Repubblica di Torino è stato il il pm Raffaele Guariniello, a ipotizzare il reato di lesioni personali colpose nei confronti del responsabile legale di Voice Care, Gabriele Moretti (anche ex consigliere comunale dei Moderati), del responsabile per la sicurezza, e di tre medici del lavoro competenti. L' inchiesta era scattata nel dicembre dello scorso anno: in seguito a una segnalazione ordinaria dell' Inail il sostituto procuratore Guariniello aveva iscritto Moretti nel registro degli indagati. L' operatrice è una torinese di 44 anni che, affetta da cordite cronica ha dovuto smettere di lavorare nel settore. La donna, dipendente dal 2003 al 2012, nonostante nel 2011 avesse accusato i primi sintomi, era stata visitata e ritenuta comunque idonea al lavoro. Secondo i risultati di un' ispezione dell' Asl, l' azienda aveva preparato un documento di valutazione dei rischi che escludeva il rischio specifico dello sforzo delle corde vocali per i telefonisti. 

Soltanto nel 2011 il nuovo documento di valutazione del rischio in azienda ha introdotto l' obbligo di interrompere le telefonate per almeno dieci minuti ogni ora. I cinque imputati sono accusati di non avere perciò tempestivamente allontanato la dipendente all' insorgere dei primi sintomi, e di non avere fatto una corretta prevenzione del rischio da sforzo delle corde vocali tra i lavoratori dipendenti. Il processo si aprirà a febbraio 2017 e sarà il primo per malattia professionale nei call center.


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Brescia, ubriaco e recidivo investe e uccide 91enne sulle strisce pedonali

E' successo a Leno. L'automobilista, 47enne, è dapprima scappato salvo poi tornare sul luogo dell'incidente

Brescia, ubriaco e recidivo investe e uccide 91enne sulle strisce pedonali

Un 91enne, Lorenzo Prova, che stava attraversando la strada sulle strisce pedonali a Leno, in provincia di Brescia, è stato travolto e ucciso da un'auto il cui conducente è poi fuggito. L'uomo è tornato successivamente sul posto, ed è stato identificato: si tratta di un 47enne bresciano, che si era messo al volante con un tasso alcolico di oltre tre volte il consentito. Già in passato gli era stata ritirata la patente per ubriachezza. 

La vittima si trovava sulla sua bicicletta quanto è stato urtato dall'auto che è poi fuggita senza prestare soccorso. Il 91enne era ancora cosciente all'arrivo del 118, anzi, diceva di essere solo dolorante. Trasferito all'ospedale di Manerbio, però, la situazione è precipitata ed è morto poche ore dopo.


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Garlasco, Stasi in cella: "Spegnete la tv". Bollate, solidarietà dagli altri detenuti

Prime ore in carcere per il 32enne, condannato in via definitiva a 16 anni per la morte di Chiara Poggi. Il suo avvocato: "Il vero assassino se la ride"

Garlasco, Stasi in cella: "Spegnete la tv". Bollate, solidarietà dagli altri detenuti

"Vi chiedo di non guardare in tv i programmi che parlano di me". Sabato mattina Alberto Stasi, pochi minuti dopo la condanna in via definitiva a 16 anni per l'omicidio di Chiara Poggi, si è costituito al carcere milanese di Bollate. Con lui, nella cella 315 del Reparto I, al terzo piano, altri tre detenuti: un italiano e due montenegrini. Che hanno accolto bene il 32enne di Garlasco e hanno accettato la sua richiesta: niente televisione.

Per Alberto non è la prima volta dietro le sbarre. Otto anni fa vi trascorse cinque giorni proprio con l'accusa di avere ucciso Chiara. Per tutta la durata del processo, conclusosi sabato con la quinta sentenza, questa volta definitiva, non è invece mai stato in cella. Motivo per cui la conta dei sedici anni da scontare è iniziata due giorni fa. 

"Sono innocente" continua a ripetere Stasi a chi gli fa visita. Lo ripete da 8 anni, da quel 13 agosto del 2007. E il suo legale, Giuseppe Colli, rincara la dose, come riporta Il Giorno: "Faccio i complimenti al vero assassino: è fuori che se la ride". 

In cella lacrime e incredulità. "Devo ancora metabolizzare la sentenza. Devo ancora capire, non riesco a credere di essere qui - ha detto Stasi secondo quanto riporta un politico locale che gli ha fatto visita -. Ero certo finisse bene. Il procuratore generale aveva chiesto l'annullamento... Non ho avuto il tempo di preparare nulla. Ora la mamma mi porterà alcune cose, magari prendo un libro in biblioteca". 

Quando la Cassazione ha emesso la sentenza, Alberto Stasi si trovava dal suo avvocato. Poco dopo era già a Bollate, il penitenziario-modello: "Non sono nemmeno passato da casa a prendere il necessario. Mi sono immaginato la ressa dei giornalisti davanti al cancello, il muro di telecamere, il solito clamore. E allora ho preferito venire direttamente qui". 

L'assassino di Chiara prende le misure di quella che sarà la sua vita per i prossimi 16 anni. Alle 7 l'apertura delle porte, alle 20 la chiusura. Pranzo alle 11 di mattina, cena alle 17. E poi la palestra, la biblioteca, gli incontri con lo psicologo e quelli con gli educatori. Prima del rientro nella cella al terzo piano, tinteggiata di rosa, con quattro letti singoli, quattro armadi di ferro e un vetro a separare cucina e bagno. 


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Los Angeles, African American killed: the agents fired 33 shots behind

Los Angeles, African American killed: the agents fired 33 shots behind



Los Angeles, ucciso afroamericano: agenti gli sparano 33 colpi alle spalle

I poliziotti coinvolti si difendono: "Anche ferito continuava a impugnare una pistola". Online il video: rischia di riaccendere le polemiche

Los Angeles, ucciso afroamericano: agenti gli sparano 33 colpi alle spalle

Un afroamericano di 28 anni, Nicholas Robertson, è stato ucciso dalla polizia a Los Angeles. Gli agenti, che avrebbero esploso ben 33 colpi alle spalle del giovane, hanno riferito di avere aperto il fuoco dopo aver ricevuto una segnalazione di "un uomo armato in strada". E' successo davanti a un distributore di benzina. I poliziotti coinvolti si difendono: "Anche ferito e a terra continuava a impugnare una pistola".

Il caso rischia di riaccendere le polemiche contro l'uso della violenza da parte delle forze dell'ordine nei confronti degli afroamericani. Come si vede dal video, pubblicato in Rete, infatti, gli agenti hanno sparato contro il 28enne, che era di spalle. Si rischia un'altra ondata di proteste e che gli animi tornino ad accendersi a Los Angeles. 

La sparatoria ha avuto luogo intorno alle 11 del mattino di sabato nella cittadina di Lynwood, circa 25 chilometri a sud di Los Angeles. Le forze dell'ordine hanno riferito di essere giunte sul posto in risposta a segnalazioni di un uomo armato e sono state infatti diffuse tre telefonate effettuale al numero di emergenza da parte di testimoni che segnalavano un uomo che sparava in aria

I familiari di Robertson definiscono la sparatoria ingiustificata, mentre la rabbia comincia già a serpeggiare tra la comunità locale, per la vasta maggioranza afroamericana e ispanica. Come in vari luoghi del Paese, anche nella zona di Los Angeles nei mesi scorsi la tensione è stata alta dopo una serie di episodi simili. A marzo, agenti del dipartimento di polizia di Los Angeles hanno colpito e ucciso un senzatetto, aprendo il fuoco - hanno riferito - dopo che aveva opposto resistenza all'arresto. Anche quell'episodio era stato registrato da una telecamera.


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Parigi, si proclama dell'Isis e accoltella un maestro d'asilo: è caccia all'uomo

E' successo in una scuola materna della banlieue Aubervilliers a un mese dalle stragi nella capitale francese. L'insegnante era solo in classe

Parigi, si proclama dell'Isis e accoltella un maestro d'asilo: è caccia all'uomo

Un insegnante di Aubervilliers, banlieue di Parigi, è stato accoltellato da un uomo che ha proclamato di essere dell'Isis. Lo ha annunciato la radio France Info. L'aggressore, che aveva un passamontagna, è poi scappato dall'istituto ed è in fuga. La vittima, maestro di una scuola materna, è stato ricoverato in ospedale. Nonostante le numerose coltellate ricevute, non è in pericolo di vita. Indaga l'antiterrorismo.

L'insegnante è stato ferito prima con un coltello poi con untaglierino nella scuola materna pubblica "Jean Perrin" nella Seine Saint-Denis. Al momento dell'aggressione si trovava solo in classe: erano da poco passate le 7 e si preparava ad accogliere i bambini. L'aggressore indossava un passamontagna e una tunica bianca. 

"Questo è un avvertimento" - Oltre a proclamarsi dell'Isis, l'uomo ha gridato "questo è un avvertimento" mentre pugnalava il maestro d'asilo. Lo rivela un testimone che, al momento dell'attacco, stava lavorando all'interno dell'istituto. 

Antiterrorismo apre indagine - La procura antiterrorismo di Parigi ha aperto un'inchiesta sull'accoltellamento. L'ipotesi di reato è tentato omicidio legato ad associazione per delinquere con scopi terroristici. In tutta la zona è stato allestito un imponente dispositivo di ricerca del fuggitivo.


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sabato 12 dicembre 2015

Omicidio Chiara Poggi, Cassazione condanna Alberto Stasi a 16 anni

Terzo grado di giudizio, si chiude il giallo di Garlasco. Il fidanzato della vittima dovrà subito scontare la pena. La madre di Chiara: "Giustizia è stata fatta, finalmente"

Omicidio Chiara Poggi, Cassazione condanna Alberto Stasi a 16 anni

La Casssazione ha confermato la condanna a 16 anni per Alberto Stasi per l'omicidio di Chiara Poggi. Intervistato a caldo subito dopo la sentenza il legale di Stasi ha attribuito alla pressione mediatica un ruolo fondamentale per l'esito, a loro avverso, della sentenza. La madre di Chiara: "Giustizia è stata fatta, finalmente". Si aprono per Stasi le porte del carcere. Si chiude una vicenda durata 8 anni. Chiara Poggi fu trovata morta il 13 agosto 2007.
I genitori: "Giustizia è stata fatta" - "Siamo sollevati, dopo le parole del procuratore eravamo pessimisti va bene così", questo il primo commento dei genitori di Chiara Poggi alla notizia della condanna di Alberto Stasi. "Giustizia è stata fatta, ed è quella che volevamo". "E' stata una tragedia per due famiglie noi abbiamo perso una figlia e anche l'altra ha perduto un figlio", ha aggiunto con grande serenità la mamma di Chiara.

"Alberto era come un figlio" - "Siamo tesi, emozionati, un po' di tutto", dice ancora Rita Poggi all'esterno della loro casa di Garlasco ai cronisti che attendevano le loro dichiarazioni. "I giudici hanno ascoltato chiara dal cielo". E poi un pensiero ad Alberto Stasi: "Era quasi come un figlio, ci siamo convinti che fosse lui il colpevole mano a mano che le indagini andavano avanti". E sulla lunghezza del processo, otto anni e quattro mesi, Rita Poggi ha detto: "Otto anni sono tanti, ma non ho mai pensato a fermarmi. Dovevo andare avanti a cercare la verità". "Oggi - ha poi concluso - andremo al cimitero a salutere Chiara, anche se lei in realtà è sempre qui con noi".

Stasi ora in carcere per esecuzione pena - Diventata definitiva la condanna a 16 anni di reclusione, Alberto Stasi dovrà ora essere arrestato per l'esecuzione della pena, o presentarsi spontaneamente in carcere. Durante le indagini preliminari e nelle varie fasi di giudizio, il giovane non è stato mai posto in custodia cautelare per cui dovrà scontare per intero la pena. Il dispositivo della Cassazione sarà ora trasmesso alla Procura di Milano, che dovrà emettere l'ordine di esecuzione della pena.
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giovedì 10 dicembre 2015

"Salva banche", pensionato perde tutti i suoi risparmi e si toglie la vita a Civitavecchia

L'uomo ha deciso di farla finita impiccandosi alla scala della sua villetta. Nel computer la lettera d'addio con accuse all'istituto. Salvini: "E' un suicidio di Stato"

"Salva banche", pensionato perde tutti i suoi risparmi e si toglie la vita a Civitavecchia

Con il fallimento della sua banca, una delle quattro "soccorse" dal decreto Salva Banche, ha visto i risparmi di una vita andare in fumo. Luigino D'Angelo, un pensionato 68enne di Civitavecchia, non ha retto al colpo ed ha deciso di farla finita impiccandosi alla scala della sua villetta. Le sue ultime parole, per spiegare il gesto, le ha lasciate scritte su un bigliettino, ritrovato dalla moglie accanto al corpo senza vita del marito.

Della tragedia, avvenuta il 28 novembre ma di cui solo ora si è avuta notizia, si sono interessate anche le associazioni di consumatori Adusbef e Federconsumatori che hanno espresso le condoglianze per la tragedia che ha colpito "un risparmiatore di Civitavecchia che si è suicidato dopo aver appreso di aver perso i risparmi di una vita investiti nella Banca Popolare dell'Etruria e Lazio, oggetto dell'esproprio criminale del risparmio anticipato del bail-in". 

Le associazioni hanno chiesto al procuratore capo di Civitavecchia di aprire un'indagine per verificare se il decreto sulla risoluzione delle 4 banche sia "compatibile con le norme penali e con la Costituzione".

D'Angelo avrebbe perso 100mila euro - Secondo alcune ricostruzioni, fatte dai media locali, D'Angelo avrebbe perso oltre 100mila euro investiti in obbligazioni subordinate della banca con sede ad Arezzo. Inoltre, nel suo computer sarebbe stata trovata una lettera in cui il pensionato spiega le ragioni del gesto: un atto d'accusa contro l'istituto per l'alto rischio degli investimenti consigliati. 

E proprio i titolari di obbligazioni subordinate di Banca Etruria si sono riuniti mercoledì presso la Borsa merci di Arezzo: "Avete salvato le banche, avete inguaiato noi", lo sconsolato ritornello ripetuto da diverse persone.

La Cei: "Suicidio faccia riflettere" - "Speriamo che questo faccia riflettere un po' tutti quanti noi a non misurare la vita e il progresso della civiltà soltanto col Pil o le percentuali dei soldi. Speriamo di no". Così il segretario generale della Conferenza episcopale italiana, monsignor Nunzio Galantino, commenta la vicenda del suicidio del pensionato di Civitavecchia dopo il fallimento di Banca Etruria.

Salvini attacca: "E' un suicidio di Stato" - Il leader leghista Matteo Salvini ha commentato su Facebook l'accaduto. "Pensionato suicida a Civitavecchia perché, per colpa di Banca Etruria e di un governo assente, aveva perso i risparmi di una vita. Un suicido di Stato", si legge nel post in cui il segretario del Carroccio parla dei "risparmiatori fregati da Banca Etruria, dall'Europa e dal governo".

cronache criminali

Reggio Calabria: accoltella la ex alla gola per gelosia, poi tenta il suicidio

"Non posso vivere senza di te", avrebbe detto il 26enne mentre colpiva la ex fidanzata, raggiunta da fendenti a gola, torace e collo

Reggio Calabria: accoltella la ex alla gola per gelosia, poi tenta il suicidio

Ha accoltellato la ex fidanzata perché non accettava di essere stato lasciato. E' successo a Bianco, nel Reggino. L'uomo,Giuseppe Gambettola, 26 anni, è stato arrestato poco dopo dai carabinieri: quando gli uomini dell'Arma sono arrivati nella sua abitazione lo hanno trovato agonizzante. Gambettola aveva infatti tentato il suicidio ingerendo varichina. La ex fidanzata è ricoverata in gravi condizioni all'ospedale di Locri.

"Non posso vivere senza di te", avrebbe detto il 26enne mentre colpiva la ex fidanzata, raggiunta da fendenti a gola, torace e collo.

Il movente del tentato omicidio sarebbe legato alla gelosia e al rifiuto da parte del giovane di interrompere la relazione sentimentale con la fidanzata.


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venerdì 27 novembre 2015

Quarto Grado, anticipazioni puntata del 27 novembre 2015

Dal processo a Massimo Bossetti e Veronica Panarello a Vatileaks 2

Quarto Grado, anticipazioni puntata del 27 novembre 2015

L’appuntamento con Quarto Grado è stasera su Rete 4, alle 21.10: il pubblico vedrà le ultime notizie sul processi di Massimo Bossetti e i risvolti sul caso Loris Stival, relativamente alla deposizione della madre, Veronica Panarello.
Dal processo a Massimo Bossetti, ai risvolti sul caso Loris Stival e il processo alla madre, Veronica Panarello, che avverrà a breve, fino alle ultime notizie relative all’udienza per Vatileaks 2: saranno queste le prime notizie di cronaca che verranno trattate stasera a Quarto Grado, durante la puntata che andrà in onda alle ore 21.15 su Rete 4.
Gianluigi Nuzzi e Aessandra Viero conducono Quarto Grado: stasera, in puntata, lo scrittore Donato Carrisi. A cinque anni di distanza dalla scomparsa di Yara Gambirasio, il settimanale a cura di Siria Magri pone l’accento sul giallo di Brembate e ripercorre gli sviluppi dell’inchiesta giunta quest’anno nelle aule del Tribunale di Bergamo. Inoltre, si parlerà del caso Loris Stival e del giallo di Brescia.
Oltre agli aggiornamenti sul processo a Massimo Bossetti, sull’omicidio diLoris Stival,  a Quarto Grado si parlerà anche dei misteriosi avvenimenti che ruotano intorno alla fonderia Bozzoli di Brescia. Infine, il duplice delitto di Pordenone.

Fonte: urbanpost.it

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Vatileaks 2, messaggi hot tra Chaouqui e il monsignore: "Sei depresso? Scopa"

Mentre prosegue il processo Vatileaks 2, spuntano conversazioni intime tra i due imputati. "Silvana è perfetta... è morbida", scrive lei al prelato. La Chaouqui sui social si lamenta: "Vaticano colabrodo"

Vatileaks 2, messaggi hot tra Chaouqui e il monsignore: "Sei depresso? Scopa"

Mentre prosegue il processo Vatileaks 2, spuntano messaggi hot fra Francesca Immacolata Chaouqui, la pr membro della commissione referente vaticana sui tagli di spesa, e il monsignore Lucio Angel Vallejo Balda. Tra i due, rinviati a giudizio con l'accusa di divulgazione di documenti riservati e associazione a delinquere, il rapporto era dunque molto stretto. "Sei depresso? Scopa, ti passa la tensione", scrive su WhatsApp la Chaouqui al monsignore.

"Mia mamma ti porta Silvana... è morbida" - Come riporta Il Giorno, sono centinaia i messaggi hot via Whatsapp tra Chaouqui e il monsignore spagnolo. All'epoca della commissione referente vaticana sui tagli di spesa la confidenza tra i due era massima. "Senti - scrive la Chaouqui a Vallejo - ora che vai a San Sosti (il paese in Calabria di cui è originaria, ndr) - mia mamma ti porta da Silvana... è perfetta, ed è una mia cugina, così può anche essere salvato il patrimonio genetico. Poi mi dici che ne pensi. 36 anni. Morbida". La risposta di Vallejo sembra mostrare interesse: "Hmmmmm".

"Lassa perdere. È brutta" - Il prelato risulta poi essere effettivamente andato a San Sosti, a casa della famiglia Chaouqui. "Martedì sera viene a casa tua a trombare. Ok?", gli ricorda la pierre. E ancora: "Silvana vuole trombare. Che facciamo?". "Io no", replica il monsignore. Ma la Chaouqui lo incalza: "Tu sei perfetto, Silvana è morbidissima. Perché non va bene?". "Lassa perdere. È brutta", risponde secco.

"Lunedì Negroni fino alla morte" - La Chaouqui continua: "Ha detto lo psichiatra che devo farti divertire. Lunedì Negroni fino alla morte". In altre conversazioni emergono altre pressioni. "Se continui a fare di testa tua con noi hai chiuso - minaccia la pierre -. Io sono stanca di farti da badante, se fai casino... con la tua sicurezza e la tua protezione hai chiuso".

"Ma perché vuoi abbandonarmi?" - I rapporti tra i due poi iniziano a deteriorarsi. "Io ti conosco. So bene quando vuoi mettere distanze. Ora vuoi mettere distanza perché qualcosa ti fa male o ti dà fastidio. Ma come al solito non me lo dici e ci resto male. Sai quanto ci tengo e ti voglio bene... ma è per te che lo faccio. Ma perché vuoi abbandonarmi?", scrive la Chaouqui. Vallejo per un po' non risponde poi sbotta: "Ho bisogno de un po' de tranquillità. Te priego".

"Sei depresso? Scopa, che ti passa la tensione" - Dagli atti del fascicolo con cui il pm vaticano ha ottenuto il rinvio a giudizio del monsignore, emerge poi che la Chaouqui abbia anche promesso ai genitori del premier Matteo Renzi un incontro a Santa Marta con papa Francesco in persona. All'ultimo momento, però, non è andato in porto. La Chaouqui a Vallejo: "Avevo messo mesi a sistemare le cose con la Segreteria di Stato e hai rovinato tutto con quella boccaccia che non sai tenere chiusa. Ora mandi tutto a puttane perché sei triste. Vaffanculo". E lui: "No possiamo promettere quello che no è possibile". Allora la Chaouqui: "Sei depresso? Scopa, che ti passa la tensione".

Chaouqui: Vaticano colabrodo, violata la mia dignità - Tramite i social network la Chaouqui si lamenta di quanto esce sui media. "Sono a processo per una fuga di notizie. E mentre aspetto di capire cosa è meglio fare per me leggo dai giornali che filtrano gli atti del processo: atti secretati. Atti in base a cui si deciderà se ho o non ho tradito il Papa e che io ho sfogliato per soli 20 minuti. In teoria Essi dovrebbero essere Posseduti solo dagli avvocati e dagli inquirenti, a noi non vengono dati proprio per evitare che escano. Invece stanno lentamente diventando di dominio pubblico. Il Vaticano è un colabrodo". 

"L'enciclica - aggiunge -, la lettera dei cardinali al sinodo, decine di articoli, il maggiordomo, gli atti di Cosea e ora gli atti del processo. Ogni mattina qualcuno in Vaticano si sveglia e sa che dovrà consegnare qualcosa a qualche giornalista per glorificare o distruggere qualcuno. E' la prassi. Posso citare decine di vittime: Gotti Tedeschi, il nunzio Vigano, Monsignor Ricca, io stessa. E poi un giorno qualcuno alza il tiro e arrestano me nonostante le prove di chi abbia consegnato cosa e a chi esiste per tabulas e certo non ero io. Ma io vado distrutta a prescindere".

"Subisco senza potermi difendere" - "Che sia un modo - si chiede - per spiegare a Francesco che mai più si permetta di fare nomine a prescindere dalla Segreteria di Stato come avvenne quando Egli mi volle al suo fianco per aiutarlo a riformare le finanze vaticane. L'arresto ed il processo dovevano essere esemplari e far sì che mai più un foglio filtrasse dal Vaticano. Vedo che è servito a molto. I veri corvi ridono e distribuiscono gli atti processuali. Io subisco senza modo di difendermi". "Nella giornata mondiale delle donne - dice anche la pierre ed ex consulente vaticana - pensate al male che mi sta facendo uno Stato che siede all'Onu addirittura in difesa dei diritti dell'umanità. Mi viene tolta la dignità da chi esiste in nome di Dio. Perché io dovrei sottostare a tutto questo?".


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Trieste, carico di 800 armi sequestrato al porto: era destinato al Belgio

Il ministro dell'interno Angelino Alfano ha specificato che si tratta "per ora di sequestro amministrativo". I fucili a pompa provengono dalla Turchia ed erano diretti anche in Germania e Olanda

Trieste, carico di 800 armi sequestrato al porto: era destinato al Belgio

Un carico di circa 800 fucili a pompa, provenienti dalla Turchia e diretti in GermaniaOlanda e Belgio, è stato scoperto dalla Guardia di Finanza e dalle Dogane al porto di Trieste. "Si tratta per ora di un sequestro amministrativo", ha detto il ministro dell'Interno Angelino Alfano sottolineando che "si stanno facendo tutti gli approfondimenti". Le armi erano trasportate, senza autorizzazioni, da un Tir olandese condotto da un cittadino turco.

I fucili sequestrati sono marca "Winchester" e calibro 12-51 e 12-47, e valgono circa 500mila euro. Le armi sono arrivate tre giorni fa allo scalo giuliano provenienti dalla Turchia e destinati a un operatore del ramo in Belgio. Regolarmente prodotti in uno stabilimento turco, ognuno nella propria scatola, i fucili erano in un autoarticolato con targa olandese, condotto da un cittadino turco, insieme ad altre merci destinate in Germania e Olanda. Tutti denunciati nella bolla di carico.

La particolarità del carico, la sua provenienza e la destinazione, hanno attivato ulteriori controlli da parte delle Fiamme Gialle e dei funzionari doganali del servizio Antifrode. Sebbene non vi fossero irregolarità di tipo doganale, è stato però scoperto che non era stata chiesta autorizzazione alle Autorità di pubblica sicurezza, obbligatoria per il trasporto, anche se non destinato al territorio nazionale.

Carico fermato per irregolarità nei documenti - Mercoledì è scattato il sequestro, su richiesta della Procura della repubblica di Trieste, con la denuncia dell'esportatore turco, per l'ipotesi di reato di commercio non autorizzato di armi. Sono in corso ulteriori accertamenti su tutta la filiera del carico e in particolare sui destinatari. E' la prima volta che un carico di armi in transito per Trieste viene fermato per irregolarità nei documenti.

Procuratore capo di Trieste: "Controlli incentivati" - Il procuratore capo di Trieste, Carlo Mastelloni ha definito il sequestro "rilevante" sottolineando che la Guardia di Finanza "abbia ben interpretato questo momento storico incentivando i controlli nell'ambito portuale, zona sensibile che con la propria attività condiziona commercialmente la città di Trieste".

"Trieste registra 250mila transiti annui da e per la Turchia" - Per il responsabile del Servizio Antifrode dell'Ufficio delle Dogane di Trieste, Nicola Palladino, "in questo periodo lavoriamo con la maggiore precisione possibile sul quel che passa dal porto, che registra 250mila transiti annui da e per la Turchia".


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