venerdì 30 gennaio 2015

Elena Ceste, l'arresto del marito: "Uccisa nel letto coniugale"

La donna, scomparsa un anno fa, probabilmente è morta per asfissia; il movente: "l'odio per una moglie e madre inadeguata". il marito, Michele Buoninconti, è accusato di omicidio volontario premeditato e occultamento di cadavere. il gip: "tutti gli indizi contro di lui" 

Elena Ceste, l'arresto del marito: "Uccisa nel letto coniugale"

Sarebbe stato il letto coniugale il luogo in cui si è consumata la tragedia di Elena Ceste. E' quanto si legge nell'ordinanza del gip Giacomo Marson in cui si individua il teatro dell'omicidio "ragionevolmente avvenuto per asfissia, quando la vittima stava curando la propria igiene e si accingeva a indossare abiti puliti". Uccisa, dunque, in casa e poi portata di nascosto nel luogo in cui è stata ritrovata nove mesi dopo la sua scomparsa. La svolta nelle indagini per il delitto della mamma di Costigliole d’Asti, scomparsa dalla sua casa di Strada San Pancrazio il 24 gennaio 2014 e i cui resti sono stati ritrovati lo scorso autunno vicino casa, e' arrivata questa mattina quando i carabinieri hanno arrestato il marito per i reati di omicidio volontario premeditato e occultamento di cadavere. Fondamentali per le indagini sarebbero state alcune intercettazioni telefoniche nei confronti dell’uomo. "Il movente? Una situazione familiare con criticità e conflittualità". Michele Buoninconti è stato arrestato su ordine del gip, che ha accolto la richiesta del pm Laura Deodato. L'uomo si è sempre dichiarato innocente. Secondo gli inquirenti l'omicidio è avvenuto lo stesso giorno della scomparsa della donna. L'arresto di Buoninconti, ha spiegato il Comandante dei Carabinieri di Asti, il Colonello Fabio Federici, è avvenuto quando i figli erano a scuola.

Gip: "tutti gli indizi contro di lui" 
"Tutti gli elementi raccolti nel corso delle indagini" indicano "Michele Boninconti come l'autore delle gravissime condotte che gli vengono attribuite". Lo scrive il gip nell'ordinanza di arresto nei confronti del marito di Elena Ceste sottolineando che gli indizi "non sono soltanto numerosi, ma anche particolarmente pregnanti". Dunque, quello che "emerge in maniera dirompente - ribadisce - è che tutti gli indizi sono univocamente indirizzati nel dimostrare come unica soluzione possibile quella posta alla base della richiesta" del pubblico ministero. 

Il movente: "odio verso donna da raddrizzare"
Il movente "va ricercato nell'odio maturato nel tempo". L'uomo, secondo il giudice, riteneva che Elena "fosse una moglie e una madre inadeguata", nonché "una donna infedele e inaffidabile dedita a coltivare rapporti virtuali con il computer e, quindi, da raddrizzare". Il gip cita il frammento di una conversazione, intercettata il 17 agosto, fra Buoninconti e i figli, su un'auto di famiglia. "con mamma - dice l'uomo - c'ero riuscito a farla diventare donna. Solo, vai a capire cosa ha visto! Diciotto anni della mia vita per recuperarla, diciotto anni per raddrizzare mamma!". 

La vicenda 
Elena Ceste, 37 anni, scomparve un anno fa. La prima ipotesi degli investigatori è la fuga e infatti le indagini arrivano fino a Tenerife. Si parla poi di suicidio fino a quando prende corpo l’ipotesi che potrebbe essere stata uccisa. Il cadavere viene trovato 9 mesi dopo vicino alla sua abitazione, durante dei lavori di scavo. Il marito viene iscritto dalla procura nel registro degli indagati.

Fonte: rainews.it

cronache criminali

Uomo accoltellato a Brescia: grave

La vittima è un 50enne, via a indagini

Uomo accoltellato a Brescia: grave

Un uomo di circa cinquant'anni è stato aggredito in serata a Brescia. E' successo attorno alle 19.30 nella zona sud della città. L'uomo, che sarebbe già noto alle forze dell'ordine, è stato accoltellato. Sul posto sono intervenuti gli uomini del 118 che l'hanno trasferito in ospedale in codice rosso. Le sue condizioni sarebbero gravi.


cronache criminali

Rifiuta di prostituirsi, aggredita

Milano, cinese ferita da connazionali

Rifiuta di prostituirsi, aggredita

Una donna cinese di 32 anni, dipendente di un centro massaggi in zona Bovisa, a Milano, è stata ferita con un coltello da tre connazionali che le avevano chiesto una prestazione sessuale. La vittima, segretaria del centro, è stata poi costretta a consegnare ai malviventi l'incasso, circa 600 euro. I rapinatori sono scappati prima dell'arrivo della polizia, mentre la 32enne è stata trasportata in condizioni non gravi all'ospedale Fatebenefratelli.


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Roma, rapinata e legata al letto la moglie dell'ex senatore Macaluso

La donna, 77enne, era sola in casa quando i malviventi sono entrati da una finestra. A lanciare l'allarme è stata la figlia

Roma, rapinata e legata al letto la moglie dell'ex senatore Macaluso

Rapinata, imbavagliata e legata al letto dai ladri nell'abitazione in zona San Basilio, a Roma. Notte da incubo per la moglie dell'ex senatore del Pci Emanuele Macaluso. La donna, 77enne, era sola in casa quando due malviventi si sono introdotti da una finestra e l'hanno costretta ad aprire la cassaforte. A dare l'allarme dopo aver sentito rumori sospetti è stata la figlia, che vive al piano superiore.

L'anziana non avrebbe fortunatamente riportato ferite, ma era in stato di shock ed è stata accompagnata in ospedale per accertamenti . La polizia, che indaga sul caso, spera di raccogliere utili informazioni dall'analisi delle registrazioni delle telecamere di zona. 

L'entità del bottino non è ancora stata quantificata. I ladri hanno portato via soldi e gioielli.


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Holland, gunman bursts in the studios of the national TV: arrested

Holland, gunman bursts in the studios of the national TV: arrested



Olanda, uomo armato fa irruzione negli studi della tv nazionale: arrestato

La sede del canale è stata evacuata, interrotte tutte le trasmissioni. L'arma si è poi rivelata falsa. L'uomo, un 19enne, voleva che venisse letto un suo messaggio


Olanda, uomo armato fa irruzione negli studi della tv nazionale: arrestato

Un uomo armato di una pistola che si è poi rivelata giocattolo ha fatto irruzione nella sede della tv nazionale olandese. Lo riporta l'agenzia Anp, precisando che le trasmissioni sono state interrotte. L'uomo, che chiedeva di trasmettere un messaggio in tv, è stato arrestato. Secondo quanto riportano i giornali locali, sarebbe entrato negli studi del NOS Journaal all'interno del Media Park di Hilversum, a sud di Amsterdam. L'edificio è stato evacuato.

L'uomo, un 19enne presentatosi come un attivista di un collettivo di hacker, ha fatto irruzione, facendo per qualche minuto temere il peggio prima di essere bloccato e arrestato da alcuni agenti con le pistole spianate sotto l'occhio delle telecamere. Secondo quanto raccontano alcuni testimoni, l'uomo si sarebbe presentato nello studio in cui andavano in onda le news della sera chiedendo di avere uno spazio per fare un annuncio al pubblico in diretta tv, ma le trasmissioni sono state subito interrotte. 

Sugli schermi è poi comparsa la scritta: "Si prega di avere pazienza. Date le circostanze le trasmissioni sono al momento sospese". La sede della tv è stata sgomberata senza problemi e non ci sono stati feriti. L'intruso, di cui non si conoscono ancora l'identità né le motivazioni esatte, è stato alla fine ammanettato e portato via dalla polizia. In riprese fatte all'interno degli studi televisivi e ritrasmesse più tardi, l'aggressore appare giovane, con i capelli cortissimi, occhiali con montatura nera, abito e cravatta pure neri con camicia bianca. Dietro la schiena nasconde un'arma che sembra avere il silenziatore.


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giovedì 29 gennaio 2015

Terni, vanno a lavorare e lasciano figlia di 8 anni in un furgone: genitori denunciati

Terni, vanno a lavorare e lasciano figlia di 8 anni in un furgone: genitori denunciati
Ieri sera, intorno alle 19,30, un signore, mentre si avvicinava a riprendere la sua auto parcheggiata in una via appena fuori dal centro di Terni, ha sentito il pianto disperato di un bambino. Si è guardato intorno ma non ha visto nessuno, solo auto parcheggiate. Ha continuato a cercare e si è accorto che il pianto proveniva dall’interno di un furgone. A quel punto ha subito chiamato il 113 quindi si è messo a cercare il proprietario del mezzo chiedendo nei negozi della via.
Il proprietario è stato individuato in un commerciante cinese, titolare di un negozio poco distante, che insieme alla moglie, ha preso le chiavi, ha aperto il furgone ed ha inveito contro la figlia, ancora piangente e rintanata al buio in un angolo dell’abitacolo congelato (a quell’ora in città c’erano intorno ai due gradi). L’uomo è stato identificato dalla polizia ed agli agenti ha detto che la bambina era entrata da sola nel furgone, chiudendosi dentro. All’interno, sul pavimento del cassone, c’erano una coperta e un piccolo cuscino.
Entrambi i genitori, 37 anni lui, 34 lei, regolarmente in Italia, sono stati denunciati per abbandono di minore ed è stata inviata una segnalazione al tribunale per i minorenni di Perugia per verificare se esistono i presupposti per l’adozione di un provvedimento a tutela della minore.
Fonte: ternioggi.it
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Bari: rapinano un bar con la complicità di un dipendente

Arrestati due 21enni pluripregiudicati e il presunto basista

Avrebbero compiuto una rapina con la complicità di un dipendente del bar preso d’assalto, a Bari, due 21enni pluripregiudicati arrestati dai Carabinieri insieme al presunto basista 24enne. L’episodio è avvenuto in un bar di via Giulio Petroni. Intorno alle 23.30 due persone con il volto coperto e armate di coltello sono entrate nel locale e, dopo aver immobilizzato il titolare, si sarebbero impossessati di 2600 euro in contanti, contenuti in una cassaforte, a quanto pare con la complicità di un lavorante. Sul posto sono intervenuti i Carabinieri che, grazie ad alcune testimonianze hanno identificato i presunti banditi, bloccandoli all’interno dell’abitazione di uno dei due mentre erano intenti a scassinare la cassaforte e a suddividersi il bottino. Le indagini hanno poi permesso di raccogliere numerosi elementi di responsabilità anche sul conto del dipendente del bar, la cui versione dei fatti non ha convinto i Carabinieri. Ad incastrarlo sarebbero state anche alcune telefonate intercorse con uno dei rapinatori. Dopo la convalida dell’arresto i due 21enni sono stati condotti in carcere, mentre al 24enne sono stati concessi i domiciliari. La refurtiva è stata restituita al titolare del bar.


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Avellino, trovato nel letto di un fiume il corpo della studentessa scomparsa

Giuditta Perna era scomparsa da mercoledì della scorsa settimana. Il corpo è stato ritrovato sul greto del fiume Ofanto


Avellino, trovato nel letto di un fiume il corpo della studentessa scomparsa

Il corpo senza vita di Giuditta Perna, la studentessa universitaria 27enne scomparsa da mercoledì della scorsa settimana, è stato individuato sul greto del fiume Ofanto, tra i comuni irpini di Aquilonia e Monteverde. I carabinieri e vigili del fuoco hanno recuperato il cadavere dopo i rilievi di rito. Per ora non si avanzano ipotesi sulle cause della morte, in attesa degli accertamenti medico-legali.

Giuditta Perna, originaria di Ruvo del Monte (Potenza,) viveva a Calitri (Avellino) ed era iscritta alla facoltà di economia di Perugia. Dopo aver lasciato l'auto, con all'interno la borsa e i documenti personali, la giovane ha portato con sé soltanto il telefonino che dal giorno della scomparsa risulta spento.


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Inseguimento nella notte a Napoli, sgominata una baby gang

Inseguimento nella notte a Napoli, sgominata una baby gang

Non si fermano a un controllo e nel corso dell'inseguimento in auto finiscono per scontrarsi con un'altra auto a bordo della quale c'e' un carabiniere: è finita cosi' la scorsa notte a Napoli la fuga di quattro giovani, di cui uno solo maggiorenne da pochi giorni mentre il piu' piccolo ha 15 anni. I quattro sono stati arrestati dalla polizia. I fatti: gli agenti della sezione 'Volanti' nel corso dei normali servizi di prevenzione e controllo del territorio hanno imposto l'alt agli occupanti di una Fiat Stilo che, con fare sospetto, si aggiravano in zona Poggioreale.
Il conducente, invece di fermarsi, è fuggito a tutta velocità in direzione via Stadera ma in prossimità del restringimento della carreggiata l'autovettura si è schiantata contro un'altra auto condotta da un militare dell'Arma dei Carabinieri che si stava recando a lavoro. L'auto del militare è stata sbalzata contro un pilastro: la vittima, ricoverata in ospedale, ne avrà per 30 giorni. I quattro giovani, uno solo dei quali non ha precedenti di polizia, sono residenti a Pollena Trocchia (Napoli) e nel quartiere napoletano di Ponticelli.
In macchina nascondevano arnesi atti allo scasso di dubbia provenienza. Alla guida dell'auto, vi era uno dei tre minori. I tre minori sono stati arrestati perché responsabili, in concorso tra loro, di tentato omicidio e denunciati, in stato di libertà, per i reati di resistenza a pubblico ufficiale, ricettazione e possesso di arnesi atti allo scasso. Il maggiorenne, invece, è stato arrestato perché responsabile dei reati di ricettazione e resistenza a pubblico ufficiale e denunciato, in stato di libertà, per possesso di arnesi atti allo scasso.


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Pescara, tassista rapinato e ferito da due falsi clienti

Pescara, tassista rapinato e ferito da due falsi clienti
Brutto episodio nella notte a Pescara, dove un tassista è stato rapinato e ferito da due malviventi che si sono finti clienti. L'episodio è avvenuto nei pressi di via Salara Vecchia, a Rancitelli

Pescara, tassista rapinato e ferito da due falsi clienti

Pescara, tassista rapinato e ferito da due falsi clienti
Ennnesimo episodio di violenza nella notte a Pescara. Un tassista è stato rapinato e ferito da due malviventi che si sono finti clienti. Era circa l'una di notte quando al Radio Taxi è arrivata una chiamata (proprio dei due rapinatori) che hanno chiesto di essere prelevati in via Salara Vecchia, a Rancitelli.
All'arrivo sul posto, il tassista li ha fatti salire facendo accomodare uno dei falsi clienti sul sedile passeggero anteriore. I due erano ben coperti anche in viso, ma l'uomo non si è insospettito considerando il freddo.
Dopo pochi metri l'uomo è stato minacciato e colpito alla testa con dei pugni. Uno dei malviventi lo ha ferito con un coltello alla coscia ed all'addome. I due gli hanno rubato 150 euro ed il cellulare per poi fuggire.
Il tassista per fortuna se l'è cavata con 15 giorni di prognosi. Del caso si sta occupando la Polizia. Le coltellate, per fortuna superficiali, avrebbero potuto avere conseguenze ben più gravi. Ora le indagini partiranno proprio dalla telefonata ricevuta dal servizio di Radio Taxi.
Fonte:  ilpescara.it

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Nizza, a 8 anni la scuola lo denuncia per apologia del terrorismo

In classe aveva detto di sentirsi "dalla parte" dei jihadisti. Il bambino è stato interrogato dalla polizia

Nizza, a 8 anni la scuola lo denuncia per apologia del terrorismo

Aveva detto in classe di sentirsi "dalla parte dei terroristi". Tanto è bastato a un bambino francese di soli 8 anni, nel clima di psicosi innescato dalle stragi delle settimane scorse, per venire interrogato dalla polizia per apologia del terrorismo. A denunciare il piccolo è stata la direzione della scuola, nel centro di Nizza, sulla Costa Azzurra.

L'avvocato della sua famiglia, Sefen Guez Guez, ha manifestato stupore e irritazione: "Siamo di fronte a un'isteria collettiva - ha protestato - il mio cliente ha 8 anni! Non si rende conto della portata delle sue frasi. Non ha senso".

"Sono dalla parte dei terroristi" e la scuola fa scattare la denuncia - Il piccolo Ahmed, il cui nome rivela radici familiare musulmani, frequenta la terza elementare. All'indomani della strage nella redazione del giornale satirico Charlie Hebdo ha risposto così - secondo il legale - a chi gli chiedeva di dire "Je suis Charlie": "Sono dalla parte dei terroristi, perché sono contro chi fa le caricature del profeta" Maometto. I genitori, immediatamente avvertiti, gli hanno peraltro "spiegato che si trattava davvero di terrorismo, aggiungendo tutti i motivi per cui si doveva ovviamente stare dalla parte delle vittime a Charlie Hebdo". 

Querela per apologia del terrorismo - Il caso sembrava chiuso lì, ma il 21 gennaio il direttore della scuola ha deciso di inoltrare una querela per apologia di terrorismo contro Ahmed e per "intrusione" da parte di suo padre. Il genitore, in effetti, notando che suo figlio era scosso e piuttosto isolato dopo i fatti, lo ha accompagnato per tre volte fin nel cortile di ricreazione, dove i genitori non sono ammessi e dal quale è stato invitato ogni volta ad uscire. 

Secondo fonti della polizia, nella denuncia si dice che il piccolo Ahmed avrebbe pronunciato anche le frasi: "bisogna uccidere i francesi" e "i giornalisti se la sono cercata". Inoltre, avrebbe rifiutato di rispettare il minuto di silenzio in memoria delle vittime.

Il piccolo, nell'interrogatorio, pare abbia però sottolineato di non essersi reso conto della gravità delle sue affermazioni. Mentre il padre, ha precisato la fonte investigativa, "ha manifestato rammarico per le frasi del figlio".


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Pisa, coniugi trovati morti in casa

Tra le ipotesi anche il duplice malore


Pisa, coniugi trovati morti in casa

Due anziani coniugi sono stati trovati morti nella loro casa a Pisa. L'ipotesi che si sta facendo strada è quella del malore. Il fatto che la porta dell'abitazione fosse chiusa dall'interno farebbe escludere la rapina o comunque un'aggressione. I due cadaveri sono stati trovati in ambienti diversi di una casa su più piani. Sono stati i figli della coppia a dare l'allarme visto che i genitori non rispondevano né alle telefonate né al citofono.


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Svolta nel giallo della morte di Elena Ceste, arrestato il marito

L'uomo è accusato di aver ucciso la moglie e di averne occultato il cadavere, ritrovato dopo nove mesi nelle campagne dell'Astigiano


Svolta nel giallo della morte di Elena Ceste, arrestato il marito

I carabinieri di Asti hanno arrestato il marito di Elena Ceste, Michele Buoninconti, per l'omicidio volontario e l'occultamento di cadavere della donna. Dopo nove mesi dalla scomparsa, avvenuta a gennaio 2014, il cadavere della Ceste fu ritrovato in un canale vicino a casa.

I militari hanno precisato che Buoninconti è stato arrestato per omicidio volontario premeditato su ordine del gip di Asti Giacomo Marson, che ha accolto la richiesta del pm Laura Deodato. 

Mercoledì era stata depositata in Procura la perizia autoptica eseguita sul corpo della donna. Nella stesso tempo era stato effettuato, su iniziativa dei legali, un sopralluogo sul luogo in cui venne ritrovato il corpo della donna.

Elena Ceste, 37 anni, scomparve da casa nel gennaio del 2014. Il suo corpo venne ritrovato 9 mesi, il 18 ottobre, poco distante dalla sua abitazione.


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martedì 27 gennaio 2015

Pordenone, spara e ferisce figlio

Uomo arrestato per tentato omicidio

Pordenone, spara e ferisce figlio

Un uomo di 47 anni, Federico Dri, è rimasto gravemente ferito da un colpo d'arma da fuoco sparato dal padre 73enne al culmine di una lite. Il fatto è avvenuto in una zona centrale di Fiume Veneto, cittadina in provincia di Pordenone. La vittima dello sparo è stata ricoverata in ospedale in gravi condizioni. Arrestato il padre con l'accusa di tentato omicidio.


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Yara, il perito: "Il Dna del killer non coincide con quello di Bossetti"

E' quanto emerge dalla relazione del consulente della Procura Previderè

Yara, il perito: "Il Dna del killer non coincide con quello di Bossetti"

La "prova delle prove" che avrebbe dovuto inchiodare Massimo Giuseppe Bossetti stabilendo senza ombra di dubbio che è lui l'assassino di Yara Gambirasio rischia ora di diventare un boomerang. Perché il Dna mitocondriale dell'uomo, in carcere dal 16 giugno, non coinciderebbe con quello di "Ignoto 1", il killer. La circostanza emerge dalla relazione del perito incaricato dal pm di Bergamo.

La notizia aprirebbe nuovi scenari nell'inchiesta sull'omicidio della giovane, avvenuto il 26 novembre del 2010 a Brembate di Sopra, in provincia di Bergamo. Anche perché questo esame, inoltre, non sarebbe ripetibile. 

Sebbene vi sia una corrispondenza chiara riguardo il Dna cellulare, lo stesso non si può quindi dire per il Dna mitocondriale. Un colpo alla tesi colpevolista, tanto che gli avvocati di Bossetti starebbero preparando una nuova istanza di scarcerazione in attesa della prossima udienza, in programma in Cassazione il prossimo 25 febbraio. 

La precedente istanza fu rigettata dal Tribunale del Riesame di Brescia proprio per la presenza del Dna dell'imputato sul luogo del ritrovamente del corpo di Yara.

La difesa: "Scarcerare Bossetti" - "Bossetti dovrebbe essere subito scarcerato". E' quanto dichiara il difensore dell'uomo, Claudio Salvagni, dopo le ultime perizie.


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Tre minori di Nicolosi terrorizzano un invalido rapinandolo in casa.


Tre minori di Nicolosi terrorizzano un invalido rapinandolo in casa.

Nella notte del 3 gennaio scorso a Nicolosi, in Via Dante Alighieri, tre minori a volto scoperto, di appena 15, 14 e 12 anni, dopo averne forzato il portone d’ingresso, si sono introdotti nell’abitazione di un invalido di 53 anni e dopo averlo minacciato con un martello e percosso sono riusciti ad impossessarsi di un orologio da polso e denaro contante custodito in casa. 

I Carabinieri, fortunatamente, ricostruendo la fasi salienti del crimine ed attraverso la testimonianza della vittima riescono a dare una identità al terzetto formulando, alla magistratura minorile, una richiesta di misura cautelare per il 15enne e la 14enne (sono fratello e sorella), e una semplice segnalazione per il 12enne (non imputabile). I giudici minorili, recependo in toto il quadro indiziario prodotto dagli investigatori, hanno emesso la misura cautelare nei confronti dei due minori, ritenuti responsabili di rapina aggravata in concorso, disponendone la collocazione in due differenti comunità delle province di Messina e Agrigento.


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Pavia: donna segregata in casa per anni, pesa 15 kg. Fermato il compagno

Una donna è rimasta segregata in casa per anni con un'alimentazione quasi assente, arrivando a pesare 15 kg. E' in fin di vita. Il compagno è stato arrestato e sottoposto ad un lungo interrogatorio per accertare come si sono svolti i fatti

Pavia: donna segregata in casa per anni, pesa 15 kg. Fermato il compagno
Una storia davvero incredibile quella che arriva da Pavia e che come protagonista una donna di 55 anni ridotta in condizioni davvero disumane. La donna, infatti, è stata ricoverata in ospedale dopo che lo stesso compagno si è allarmato ed ha allertato i soccorsi dal momento che la donna sembrava non muoversi più. È in fin di vita adesso ed il compagno è stato arrestato con l’accusa di abbandono di incapace.
Tutto inizia ieri mattina quando Antonio Calandrini, 60 anni, chiama i soccorsi chiedendo di intervenire per salvare la compagna Laura Carla Lodola, 55 anni, dal momento che la donna era priva di coscienza. Quando, però, gli operatori del 118 sono arrivati sul posto si sono trovarti di fronte una scena a dir poco raccapricciante.
La donna, infatti, era ridotta ad uno scheletro, piena di piaghe da decubito che fanno pensare che la donna fosse costretta a letto da anni, con un’alimentazione pressoché inesistente visto il suo peso di poco superiore ai 15 kg. “Sembrava una piccola mummia rattrappita” ha dichiarato uno degli operatori accorsi sul posto.
La donna è stata subito portata in ospedale dove al momento si trova in fin di vita. L’appartamento della coppia è stato posto sotto sequestro ed il compagno è stato fermato con l’accusa di abbandono di incapace. Gli inquirenti vogliono capire se sia stato lui a costringere la compagna a vivere in quella situazione disumana, che l’ha spenta lentamente e l’ha portata ad un passo dalla morte.
Le indagini solo al momento in corso. Nelle prossime ore, quindi, potrebbero arrivare nuovi dettagli su questa agghiacciante storia o novità in merito alle condizioni di salute della donna, attualmente ricoverata in ospedale.
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Carceri: Bergamo, a detenuto mortadelle con hashish e cellulare

(AGI) - Bergamo, 27 gen. - Il luogo comune sui regali ai carcerati e' quello della torta con dentro la lima. Una variante e' andata in scena nei giorni scorsi al carcere di Bergamo, dove a un detenuto sono state portate due mortadelle in cui erano pero' nascosti un cellulare e mezzo etto di hashish. A portarla e' stata una venticinquenne milanese che si e' presentata come fidanzata di un suo coetaneo calabrese residente della Bergamasca in carcere da un mese per furto aggravato. Il singolare regalo ha fatto venire qualche sospetto agli agenti che lo hanno sottoposto ai raggi X, intravedendo strane forme. Hanno cosi' tagliato le mortadelle trovandoci tre panetti di hashish e il cellulare. La ragazza e' stata denunciata. (AGI) Bg1/Vic

Fonte: agi.it

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lunedì 26 gennaio 2015

Use, gunfire in a Manhattan store: kills the manager, then commits suicide

Usa, spari in un negozio di Manhattan: uccide il manager, poi si toglie la vita



Usa, spari in un negozio di Manhattan: uccide il manager, poi si toglie la vita

E' successo in pieno giorno a Chelsea, nel cuore della Grande Mela


Usa, spari in un negozio di Manhattan: uccide il manager, poi si toglie la vita

Due persone sono morte in una sparatoria all'interno di un grande magazzino nel centro di New York, negli Stati Uniti. L'episodio si è verificato in uno dei principali punti vendita della catena Home Depot, situato a Manhattan sulla 23esima strada. Le due vittime sono un impiegato e il manager del punto vendita teatro della sparatoria.

Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, il primo, un trentunenne, per cause ancora sconosciute avrebbe aperto il fuoco contro il suo superiore, un uomo di 38 anni, colpendolo al petto. Poi, rivolgendo la pistola contro sé stesso, si sarebbe suicidato sparandosi un colpo alla testa.


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"Siete grasse", costringe le figlie a dimagrire insultandole: denunciato

Torino, l'ex moglie racconta in procura le vessazioni subite dalle due adolescenti. Le ragazze erano costrette a diete macrobiotiche e a praticare sci a livello agonistico

"Siete grasse", costringe le figlie a dimagrire insultandole: denunciato

Le vedeva "grasse" e per questo le ha costrette a praticare sci agonistico oltre a seguire una ferrea dieta macrobiotica, continuando a insultarle per convincerle a perdere peso: è la storia di due sorelle vessate dal padre. Ma la madre delle due ragazze ha messo fine a questa tortura denunciando l'ex consorte. L'uomo, un facoltoso cinquantenne torinese, se la storia fosse confermata, rischia fino a 10 mesi di reclusione.

Il presunto sovrappeso veniva ricordato continuamente alle due adolescenti con insulti e parolacce. Il 50enne torinese avrebbe costretto le proprie figlie a praticare sci a livello agonistico, nonostante loro non volessero, e a seguire un'alimentazione esclusivamente a base di prodotti macrobiotici. Tutto per farle dimagrire. Ora l'uomo rischia una condanna a 10 mesi per maltrattamenti in famiglia. Il pm di Torino Barbara Badellino, che conduce l'accusa del delicato caso, gli contesta di avere turbato l'equilibrio psichico delle due ragazze. 

Si tratta di un caso delicato perché non ci sono precedenti analoghi. Dal punto di vista tecnico, si è aperto nel 2011, quando l'ex moglie dell'imputato, in seguito a uno sfogo delle figlie, presentò un esposto in procura. Le figlie avevano riferito alla madre che il papà continuava a dire loro che erano "troppo grasse", che dovevano dimagrire, che non potevano andare in discoteca. Per questo loro non volevano più "andare a stare con papà", come prevedeva l'affidamento congiunto disposto dal tribunale. Per questo la ex moglie lo ha denunciato. 

La versione del padre - Diversa la versione dell'uomo: la sua è stata la normale preoccupazione di un padre per lo stato di salute delle due ragazze. Il genitore, in particolare, ha raccontato di essersi allarmato dopo avere visto su Facebook alcune foto delle figlie scattate in discoteca. Per questo ha "cambiato registro". Secondo la ex moglie, troppo, ha esagerato arrivando nei confronti delle figlie all'insulto, al punto che loro non lo volevano più vedere. 

Il giudice di Torino nei prossimi giorni deciderà se nel comportamento dell'uomo può configurarsi il reato di maltrattamenti. Secondo i suoi difensori, è inverosimile: il loro cliente si è semplicemente comportato come un papà preoccupato per le figlie e ha solo fatto valere la sua severità per il loro bene. Dopo l'apertura dell'inchiesta le giovani si sono rifiutate di vedere il padre per lungo tempo. Ma, di recente, le ragazze si sono riavvicinate al genitore, anche se in poche occasioni.


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Elena Ceste, ultime notizie, è giallo su video a luci rosse e ricatti: era ossessionata?

E' mistero sull'esistenza di presunti video a luci rosse:la donna era vittima di un ricatto?

Elena Ceste, ultime notizie, è giallo su video a luci rosse e ricatti: era ossessionata?

E' passato un anno esatto dalla scomparsa di Elena Ceste, la trentasettenne di Costigliole D'Asti, il cui corpo venne ritrovato alcuni mesi fa in un canale di scolo nei pressi della sua abitazione. Il caso rimane ancora un mistero, un giallo a cui non si riesce ad arrivare ad una soluzione, anche perchè il corpo della povera vittima non ha potuto fornire, a distanza di così tanto tempo dalla morte, delle indicazioni certe su quanto accadde quella mattina del 24 gennaio 2014. L'unico indagato resta Michele Buoninconti, il marito di Elena Ceste, che, nonostante le sue contraddizioni e i suoi racconti a volte lacunosi, non è sospettato dell'efferato delitto. L'uomo ha rilasciato nelle ultime ore un'intervista a Repubblica Torino, all'interno della quale ha rivelato nuovi particolari interessanti riguardanti le confidenze della povera moglie. 

Spuntano video osè: la donna si vergognava, secondo Michele Buoninconti 

Dal racconto di Michele Buoninconti è emerso un particolare inquietante che rende ancora più torbida la vicenda: sembra che Elena Ceste abbia confidato al marito l'esistenza di alcuni video (per la precisione si tratterebbe di montaggi) in cui la donna appare in situazioni a luci rosse. Sembra che questi presunti video fossero diventati per lei una vera e propria ossessione al punto da chiedere continuamente al marito se lei fosse una brava mamma. Oltre che dai video osè, la cui esistenza comunque è da comprovare e di cui la donna si vergognava, Elena Ceste era ossessionata da messaggi che riceveva sul proprio telefonino dal padre di uno dei compagni di scuola dei loro figli. 'Ti voglio tanto bene', 'Se mi hai cercato, vuol dire che ti senti sola' ed altre frasi di questo stampo che, secondo Michele Buoninconti,stavano ossessionando, dal punto di vista psicologico, la donna che continuava a ripetere a sè stessa se fosse davvero una brava madre. Buoninconti menziona poi un ipotetico ricatto di cui Elena potrebbe essere rimasta vittima, sempre per via delle relazioni che aveva intrattenuto sul Web con altri uomini. Nuovi particolari che esigono delle risposte: chi è l'autore dei presunti video a luci rosse? Esistono veramente o si tratta di una supposizione? Elena Ceste era davvero vittima di un ignobile ricatto sessuale o comunque sentimentale? 


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Imprenditore 40enne ucciso a Lamezia, bruciata l'auto con il corpo

L'uomo è stato freddato a colpi di pistola mentre stava rientrando a casa a bordo della sua Bmw

Imprenditore 40enne ucciso a Lamezia,bruciata l'auto con il corpo

Un imprenditore edile 40enne, Domenico Maria Gigliotti, è stato ucciso in un agguato a Lamezia Terme, nel Catanzarese. L'uomo è stato freddato davanti a casa sua a colpi di arma da fuoco; l'auto con il cadavere è stata quindi data alle fiamme. L'omicidio è stato compiuto intorno alle 4, quando Gigliotti è rientrato a casa a bordo della sua Bmw.

A dare l'allarme è stata la moglie dell'imprenditore che, sentiti i colpi di pistola, si è affacciata alla finestra e ha visto l'auto del marito avvolta dalle fiamme. 

La donna, Rosa Curcio, è la titolare della "Easy Flyght", agenzia di viaggi coinvolta nei mesi scorsi in un'indagine della Guardia di finanza che aveva portato al sequestro preventivo della società per una presunta vicenda legata alla vendita di crociere e viaggi definiti "fantasma". 

L'inchiesta, denominata "Olandese volante", aveva preso il via ad agosto, quando alcuni clienti dell'agenzia, in momenti diversi, si erano presentati alla Guardia di finanza lamentando di non essere riusciti a partire per le vacanze poiché i biglietti acquistati nell'agenzia non risultavano validi. 

La donna successivamente aveva fatto sapere, attraverso il suo legale, di "non aver posto in essere alcuna truffa, ma di essere stata essa stessa vittima di una condotta contrattuale scorretta posta in essere da alcuni fornitori di servizi turistici". 

Quanto alla vittima, era stato recentemente destinataria di un Daspo, ma non risulta avesse collegamenti con la criminalità organizzata.


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