mercoledì 29 luglio 2015

Scoperto il killer del leone Cecil: è un dentista americano, ora è ricercato

Lo Zimbabwe vuole "vendicare" la morte del felino simbolo del Paese. Già denunciati i suoi complici: rischiano 15 anni di galera. L'ira dei social sul cacciatore di frodo. Lui si difende: "Pensavo fosse legale"

Scoperto il killer del leone Cecil: è un dentista americano, ora è ricercato

Ha staccato un asssegno da 55mila dollari per poter braccare il leone Cecil, ucciderlo e poi staccargli la testa da tenere come trofeo: un dentista americano è l'assassino di Cecil, il leone più amato del Parco nazionale Hwange nello Zimbabwe. Ora il governo dello Stato africano gli dà la "caccia" per aver distrutto un simbolo del Paese. E su Facebook il dottor Walter James Palmer è diventato il simbolo del male.

Il dentista si difende: "Pensavo fosse legale" - Walter Palmer, del Minnesota, ha riconosciuto di avere ucciso in Zimbabwe il leone Cecil ma ha detto ignorare che fosse protetto spiegando di essersi fidato del parere delle guide locali secondo cui la caccia era legale. Palmer, già condannato in passato per avere sparato ad un orso nero in Wisconsin, ha rilasciato un comunicato dopo essere stato identificato dalle autorità dello Zimbabwe, che lo starebbero ricercando. L'uomo sostiene di non essere stato ancora contattato, neppure dalle autorità statunitensi.

"Ignoravo totalmente che il leone fosse conosciuto e fosse il preferito (del parco), che avesse sul corpo un segnalatore e fosse oggetto di studi prima della fine della caccia", spiega Palmer, che vive alla periferia di Minneapolis, a Eden Prairie. "Sono profondamente rammaricato dalla morte di questo leone. Adoro e pratico con responsabilità questa attività, sempre nel rispetto della legalità", aggiunge. 

Subito a processo i due complici
 - Walter James Palmer si è avvalso della complicità di altre due persone, un cacciatore professionista e il proprietario di una fattoria, che sono stati portati in tribunale con l'accusa di caccia illegale.

La polizia dello Zimbabwe sta cercando l'americano che avrebbe sparato al leone, vera e propria attrazione turistica del parco africano. Un esemplare di 13 anni che tra l'altro era anche coinvolto in un progetto di ricerca dell'Università di Oxford, dotato dal '99 di collare con sensore Gps per essere sempre localizzato.

Il dentista con la "passione" della caccia - Le autorità hanno confermato che ad essere ricercato per la sua morte è un turista americano, Walter James Palmer, un dentista del Minnesota non nuovo a esperienze del genere. Palmer risulta al momento latitante e avrebbe pagato la somma di 50mila dollari per uccidere Cecil. I due uomini già arrestati e chiamati in giudizio per averlo aiutato nella brutale impresa, come spiegato in una nota congiunta di Zimbabwe National Parks and Wildlife Authority e Safari Operators Association, sono il proprietario di una fattoria e il cacciatore professionista Theo Bronchorst. Uccidere il leone è stato illegale perché il proprietario della fattoria in cui è avvenuta l'uccisione non aveva un regolare permesso di caccia. Rischiano fino a 15 anni di carcere.

Il leone attirato in una trappola - I cacciatori, spiega il Telegraph, avrebbero attirato di notte con un'esca il leone fuori dall'area protetta (dentro il parco gli animali non possono essere cacciati) e lo avrebbero ferito con arco e freccia.

Cecil decapitato e scuoiato - Dopo 40 ore Cecil sarebbe stato trovato ferito e quindi finito con un fucile, per poi essere stato decapitato e scuoiato. Il collare Gps è stato semidistrutto. I "trofei" di caccia sono stati confiscati e potrebbero essere usati come prova nel processo. E nell'attesa di reperire Walter James Palmer, lo Zimbabwe piange il suo leone più amato: Cecil con la sua criniera nera e la sua indole era una "star" per turisti di tutto il mondo in visita al parco di Hwange. Ora, tra l'altro, si teme anche per i suoi cuccioli: dal momento che Cecil è morto, il nuovo maschio dominante Jericho probabilmente ucciderà tutta la sua prole.


cronache criminali

Diciassettenne sgozzato, raffica di sms di Igli alla fidanzata Ambera: Lo uccido

Il pm contesta la premeditazione ai due indagati per il delitto di Ismaele Lulli, il giovane pesarese sgozzato a Sant'Angelo in Vado

Diciassettenne sgozzato, raffica di sms di Igli alla fidanzata Ambera: Lo uccido

Igli Meta, l'albanese che ha confessato di aver ucciso il 17enne Ismaele Lulli di Sant'Angelo in Vado (Pesaro), negli ultimi tempi aveva mandato "con continuità" alla sua fidanzata Ambera messaggi con minacce di morte al ragazzo, colpevole ai suoi occhi di aver avuto un fugace rapporto con la sua donna. E' questo uno degli elementi che ha portato il pm di Urbino a contestare a Meta e all'altro indagato, Marjo Mema, la premeditazione.

L'incidente probatorio davanti al gip, che è stato fissato per giovedì, servirà per sentireAmbera Saliji, la ragazza macedone di Meta, in contraddittorio di fronte alle parti, gli avvocati degli indagati e di parte civile, e cristallizzare la sua testimonianza ai fini del processo. Peraltro, la ragazza partirà a fine mese per la Macedonia con la famiglia, viaggio già programmato per trascorrere le vacanze nel Paese d'origine, e quindi era necessario ascoltarla prima. Poi potrebbe esserci un confronto tra Ambera, Meta e Mema.

La giovane avrebbe detto al pm di non aver mai creduto al contenuto dei messaggi che le inviava Igli. Il suo cellulare è stato comunque sequestrato e sarà inviato ai carabinieri del Ris. I messaggini, però, non sono l'unico elemento che ha convinto il pm a riformulare l'ipotesi di reato contestando la premeditazione. Avrebbero pesato anche alcuni elementi come il nastro adesivo per pacchi con cui i due indagati avrebbero tentato di legare Ismaele e il diluente gettato addosso al ragazzo con la minaccia di dargli fuoco. 

La vittima avrebbe subito una sorta di interrogatorio da parte di Meta, accecato dalla gelosia per la scappatella della fidanzata. Poi la terribile vendetta.


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Ravenna, donna trovata morta in mare

Il cadavere avvistato da un diportista

Ravenna, donna trovata morta in mare

Il corpo senza vita di una donna è stato recuperato in mare circa un miglio al largo di Cervia, sul litorale ravennate. La segnalazione è giunta da un diportista che ha visto il cadavere a pelo dell'acqua. La vittima, ancora senza un nome, è una signora sulla settantina, probabilmente morta non molto tempo prima del recupero e senza segni particolari utili all'identificazione. Per gli inquirenti si tratterebbe di un annegamento o di un malore in acqua.


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Roma, sequestrato il porto turistico

In manette il patron Mauro Balini. Vincolati beni per oltre 400 milioni

Roma, sequestrato il porto turistico

 I finanzieri del Comando Provinciale di Roma hanno eseguito 4 ordinanze di custodia cautelare nei confronti dei componenti di un'ampia associazione criminale che fa capo a Mauro Balini, noto imprenditore e presidente del porto turistico di Roma, che si trova a Ostia. Sequestrati beni per un oltre 400 milioni di euro. Tra questi ci sono posti barca, parcheggi, strutture amministrative, commerciali e aree portuali.


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martedì 28 luglio 2015

Bologna, uccide a coltellate la madre 89enne e tenta il suicidio

L'uomo, 51 anni, ha cercato di togliersi la vita lanciandosi dalla finestra: nonostante il volo dal secondo piano si è salvato e ora è ricoverato in ospedale

Bologna, uccide a coltellate la madre 89enne e tenta il suicidio

A Bologna, in zona Borgo Panigale, un uomo di 51 anni ha ucciso a coltellate l'anziana madre, di 89 anni, poi ha tentato di togliersi la vita buttandosi dalla finestra. Nonostante il volo dal secondo piano della palazzina l'uomo si è salvato e ora si trova ricoverato in ospedale. Sul posto è intervenuta la polizia.


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Processo Scazzi, confermati in Appello gli ergastoli a Sabrina e Cosima

Otto anni a Michele Misseri per concorso in soppressione di cadavere

Processo Scazzi, confermati in Appello gli ergastoli a Sabrina e Cosima

I giudici hanno confermato gli ergastoli a Cosima Serrano e Sabrina Misseri nel processo d'Appello per l'omicidio di Sarah Scazzi, la 15enne di Avetrana uccisa il 26 agosto 2010. Confermata anche la condanna a 8 anni nei confronti dello zio di Sarah, Michele Misseri, per concorso in soppressione di cadavere.

Il dispositivo della sentenza è stato letto dalla presidente della Corte, Patrizia Sinisi. Nessuna reazione dalla gabbia di vetro in cui c'erano Cosima e Sabrina, nessun cenno da parte di Michele Misseri, che sedeva tra i banchi accanto al suo legale. In aula non c'era nessun esponente della famiglia Scazzi: mamma Concetta ha atteso a casa di conoscere il verdetto, suo marito Giacomo e il figlio Claudio sono nel nord Italia per lavoro. 

La nuova strategia difensiva di Cosima - Non è servito dunque a Cosima il cambio di strategia difensiva dinanzi alla Corte di assise di appello. In primo grado si era avvalsa della facoltà di non rispondere. In appello, invece, il 27 febbraio aveva reso dichiarazioni spontanee. Per 75 minuti, stringendo in mano un foglio sul quale però non aveva rivolto quasi mai lo sguardo, aveva difeso con vigore se stessa e la figlia Sabrina, piangendo per qualche attimo. 

Le lacrime di Sabrina - Tutt'altro atteggiamento quello di Sabrina, che in primo grado era stata interrogata a lungo difendendosi spesso tra le lacrime dalle pesanti accuse e respingendo l'idea che fosse arrivata ad odiare la cuginetta per la gelosia nei confronti dell'amico comune, Ivano Russo. Il 12 giugno, nella stessa aula, Sabrina riuscì solo a dire "Non l'ho uccisa, so io quanto sono addolorata" per poi scoppiare a piangere senza riuscire più a parlare. 

Gli altri imputati - La Corte ha parzialmente riformato la sentenza di primo grado nei confronti di quattro imputati. Assolti, perché il fatto non sussiste, Antonio Colazzo e Cosima Prudenzano, che erano stati condannati ad un anno di reclusione per favoreggiamento personale. Confermata invece la condanna ad un anno e quattro mesi per Giuseppe Nigro, imputato per lo stesso reato. Ridotta la pena per altri due imputati: un anno e quattro mesi a Vito Russo Junior, ex legale di Sabrina Misseri (due anni in primo grado per favoreggiamento personale), cinque anni e 11 mesi a Carmine Misseri, fratello di Michele (sei anni in primo grado per soppressione di cadavere).

Urla contro lo zio Michele: "Assassino" - Urla dai balconi di un edificio che si affaccia sull'immobile che ospita la Corte d'assise d'appello di Taranto contro Michele Misseri: "Assassino". Il contadino di Avetrana non ha fatto dichiarazioni e, scortato dalla polizia, ha lasciato l'aula subito dopo la lettura della sentenza. Sguardo basso, ha evitato taccuini e telecamere. Insulti anche contro Sabrina Misseri e sua madre Cosima Serrano.

I legali di Cosima preannunciano il ricorso in Cassazione - "Avevamo la sensazione che sarebbe andata a finire così, l'ambiente ha maturato una convinzione basata su indizi fuorvianti. Siamo convinti dell'innocenza delle due imputate condannate all'ergastolo e speriamo davvero di trovare a Roma un giudice terzo", ha dichiarato l'avvocato Luigi De Iaco, co-difensore di Cosima Serrano, preannunciando il ricorso in Cassazione contro la sentenza. "Siamo soddisfatti della sentenza perché ha retto l'impianto accusatorio. E' chiaro che non si esulta quando ci sono gli ergastoli", ha invece commentato il procuratore generale presso la Corte d'Appello di Taranto, Ciro Saltalamacchia. 


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lunedì 27 luglio 2015

Pedinava Martina Colombari in spiaggia. Fiorentino denunciato per stalking

Un commerciante 40enne ha scattato centinaia di fotografie all'ex Miss Italia

Pedinava Martina Colombari in spiaggia. Fiorentino denunciato per stalking

Partiva da Firenze per raggiungere le spiagge di Riccione e scattare centinaia di fotografie a Martina Colombari. Un commerciante 40enne è finito nei guai, denunciato per stalking, dopo che nella sua macchina fotografica sono state trovate le immagini dell'ex Miss Italia al mare. L'uomo era ossessionato dalla Colombari da alcuni mesi, tanto da pedinarla durante le vacanze e i soggiorni al mare.

Lo stalker è stato sorpreso nel pomeriggio di giovedì all'altezza dei bagni numero 29-30, dove la showgirl si trovava in compagnia della famiglia. La stessa Colombari, come riporta in Resto del Carlino, aveva confessato al marito Alessandro Costacurta e al titolare dei bagni di sentirsi in pericolo per il pedinamento.


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Crema, uomo accoltellato dopo lite

Ancora non identificato l'aggressore

Crema, uomo accoltellato dopo lite

E' finita con una coltellata al ventre e un romeno di 35 anni ricoverato in gravi condizioni all'ospedale maggiore di Crema (Cremona) la lite scoppiate nel tardo pomeriggio di domenica tra due gruppi al "laghetto dei riflessi", all'interno del parco del Serio. A colpire l'uomo sarebbe stato un altro straniero, un moldavo fuggito poi in auto. Inutili fino ad ora i tentativi di identificare e fermare l'aggressore.


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Locri, commerciante prima investe e poi finisce a colpi d'ascia un 50enne

L'autore del delitto, Francesco Ferraro, 41 anni, subito dopo si è costituito nella caserma dei carabinieri

Locri, commerciante prima investe e poi finisce a colpi d'ascia un 50enne

Omicidio nella Locride. Un commerciante, Francesco Ferraro, di 41 anni, ha prima investito con il proprio suv e poi ucciso, utilizzando un'ascia, a Palizzi Marina, un cinquantenne, Antonio Genova. L'autore del delitto subito dopo si è costituito nella caserma dei carabinieri. Alla base del delitto ci sarebbero dissidi privati.

Secondo quanto ricostruito, Ferraro, dopo avere travolto la sua vittima, è uscito dalla vettura e ha sferrato alcuni colpi di ascia su Genova. Alla base dell'omicidio, secondo quanto emerso ci sarebbero stati dissidi personali, dissapori sulla cui natura non è ancora emerso nulla ma che andavano avanti comunque da diverso tempo. Probabilmente i due avevano avuto una lite anche poco prima che il commerciante decidesse prima di travolgere Genova a bordo del suo fuoristrada per poi, una volta stordito, finirlo con diversi fendenti.

Ferraro, dopo essersi costituto, è stato dichiarato in stato di fermo.


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Ragusa,aggredito in disco: è grave

Forse durante rissa, 50enne ricoverato

Ragusa,aggredito in disco: è grave

Misteriosa aggressione nella notte di sabato in una discoteca del Ragusano. Un uomo di cinquant'anni è rimasto ferito e si trova ricoverato, in gravissime condizioni, all'ospedale Guzzardi di Vittoria. All'aggressione, forse avvenuta al culmine di una rissa, avrebbero assistito parecchi testimoni. La polizia sta cercando di ricostruire l'esatta dinamica dell'accaduto, anche con la visione delle immagini del sistema di videosorveglianza.


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Agguato nel Nuorese, ucciso 27enne

Allevatore freddato davanti porcilaia

Agguato nel Nuorese, ucciso 27enne

Omicidio nella tarda serata di domenica nella campagne di Gairo, nel Nuorese. Un giovane allevatore del posto, Massimiliano Langiu, di 27 anni, è stato freddato con due colpi di arma da fuoco al volto davanti alla sua porcilaia in una zona impervia tra Gairo Vecchia e Gairo Taquisara. Il cadavere è stato scoperto intorno alle 22.30. L'uomo, pregiudicato, era sposato e padre di un bambino.


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Asti, il padre della tabaccaia uccisa: Aiuteremo la figlia malata di Folletto

Piero Fassi non cerca vendetta: "La sua famiglia non ha colpe per l'accaduto"

Asti, il padre della tabaccaia uccisa: Aiuteremo la figlia malata di Folletto

La parola vendetta non esiste a casa Fassi. A tre settimane dal delitto e a 48 ore dal fermo dell'assassino, Pino Fassi, padre di Maria Luisa, la tabaccaia uccisa, guarda avanti: "Ho saputo che quest'uomo ha una figlia malata. Purtroppo. - ha detto a "La Stampa" - .  Se lei avrà bisogno noi ci saremo. Faremo il possibile per rendere meno dolorosa la sua sofferenza. La sua famiglia, uccisa anch'essa da un gesto folle, non ha colpe". 

Fassi poi annuncia che lui e la sua famiglia sceglieranno la via del basso profilo sull'intera vicenda: "Di questo argomento non parleremo più - spiega al quotidiano torinese - perché quello che accadrà tra la nostra famiglia e la moglie e le figlie del signore arrestato resterà solo una questione nostra e della nostra coscienza".

Renzi telefona al padre della tabaccaia uccisa - Secondo quanto riportato da Panorama.it, il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha telefonato a Fassi. Dopo aver letto le parole dell'uomo sulla sua disponibilità ad aiutare i figli dell'assassino di Maria Luisa, Renzi ha telefonato in questura ad Asti e si è fatto passare il papà della vittima. "Ce ne fossero uomini come lei in questo nostro Paese", gli ha detto il premier. Fassi da parte sua ha elogiato la professionalità e l'umanità dei carabinieri di Asti, affermando che hanno condotto le indagini in maniera impeccabile.


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venerdì 24 luglio 2015

Disoccupato ruba cibo, gli agenti fanno una colletta e pagano la spesa

Gesto di solidarietà a Piacenza. L'uomo aveva rubato merce per un valore di 20 euro. Il direttore del supermercato non lo ha denunciato

Disoccupato ruba cibo, gli agenti fanno una colletta e pagano la spesa

Un disoccupato di 40 anni, sul lastrico e in situazione di disagio, è stato sorpreso mentre rubava cibo per un valore di 20 euro in un supermercato a Piacenza. Sul posto, allertati dal personale del centro commerciale, sono intervenuti alcuni agenti di polizia che però, invece di portarlo in questura, hanno fatto una colletta e gli hanno pagato la spesa. In accordo anche con il direttore del supermercato, nei confronti del 40enne non si è proceduto.

A chiamare il 113 era stato il personale di sicurezza di un centro commerciale alla periferia di Piacenza, dopo che il 40enne era stato fermato all'uscita mentre tentava di andarsene senza pagare. Sul posto è arrivata subito la polizia, ma gli agenti, parlando con lui, sono venuti a conoscenza della sua storia di povertà. Data l'esiguità del valore della merce rubata, infatti, sarebbe stata necessaria una querela di parte. Gli agenti delle volanti di Piacenza hanno invece messo mano al portafogli per aiutarlo, improvvisando una colletta fra di loro sul posto. Tanto è bastato per acquistargli qualche genere di prima necessità come pasta, pane e carne.


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Tabaccaia uccisa, svolta nelle indagini: fermato un 46enne, ha già confessato

Asti, si tratta di un magazziniere incensurato. Il delitto nel corso di una rapina

Tabaccaia uccisa, svolta nelle indagini: fermato un 46enne, ha già confessato

Un italiano di 46 anni, Pasqualino Folletto, ha confessato di essere l'assassino di Maria Luisa Fassi, la donna di 53 anni uccisa il 4 luglio nella sua tabaccheria di Asti. L'uomo, un magazziniere incensurato, è stato fermato dai carabinieri con l'accusa di omicidio. La donna morì in ospedale, dove era stata trasportata dopo essere stata colpita dall'aggressore con 45 coltellate.

L'uomo è stato interrogato nella caserma dei carabinieri di Asti, dove, secondo quanto riportato dai militari, ha reso "piena confessione" dell'omicidio. All'interrogatorio ha preso parte anche il pm Luciano Tarditi, che ha coordinato l'inchiesta. La svolta è arrivata dopo "un meticoloso incrocio di numerosi elementi investigativi: immagini estratte dalle telecamere cittadine, attività tecniche e di sorveglianza, nonché numerosissime testimonianze". 

Il delitto nel corso di una rapina - L'omicidio sarebbe "maturato nel corso di una rapina". Alle indagini del carabinieri di Asti hanno collaborato il Ros di Roma, Torino e Milano, supportati dal Reparto Analisi Criminologiche Sezione Psicologia Investigativa del Racis di Roma e dai colleghi del Ris di Parma.

"Ho perso la testa" - "Non so spiegarmi perché l'ho fatto: alle urla di quella donna ho perduto la testa". Lo ha detto ai carabinieri Pasqualino Folletto confessando l'omicidio di Maria Luisa Fassi.

Identificato grazie all'auto - L'uomo era già stato ascoltato nei giorni scorsi dei carabinieri perché la sua auto, una Renault Megane grigia, compariva nelle immagini delle telecamere di sicurezza davanti alla tabaccheria di via Volta all'ora dell'omicidio. La vettura, che è stata sequestrata, era parcheggiata in senso inverso a quello di marcia, in modo che la portiera del guidatore fosse dalla parte del marciapiede. 

"Ero pieno di debiti" -  Interrogato, il magazziniere ha negato di essersi trovato nella zona del delitto, facendo insospettire gli inquirenti che hanno così avviato ulteriori accertamenti nei suoi confronti. Ad armare l'uomo sarebbe stata la disperazione: l'uomo, padre di tre figli, uno dei quali malato, ha detto ai carabinieri di essere "pieno di debiti" e di avere una "situazione economica pesante", aggravata secondo quanto appreso dal anche dal vizio per il gioco.


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giovedì 23 luglio 2015

Muore bimba di 5 anni: abbandonata in auto sotto il sole per 4 ore

La madre l'ha lasciata in macchina perché voleva farla dormire ancora un po': probabilmente è morta nel sonno

Muore bimba di 5 anni: abbandonata in auto sotto il sole per 4 ore

Una bambina di 5 anni ha perso la vita in Svizzera perché è rimasta in auto sotto il sole per quasi quattro ore. È successo martedì sera in un campeggio di Muzzano, vicino Lugano, nel Canton Ticino. Secondo quanto riferito dai media locali, la madre svizzero-tedesca si trovava di cinque giorni nel campeggio "la Piodella", per trascorrere qualche giorno di vacanza con le sue quattro figlie e alcuni amici. Alle 20 di martedì, il dramma. Ad avvertire la donna sono state le tre figlie, di età compresa tra i 9 e i 15 anni che hanno scoperto la sorella Cheyenne in auto, ormai morta.
Inutili i tentativi di rianimarla da parte della madre e dei soccorritori, giunti in pochi minuti sul posto. Resta ancora da chiarire il motivo per cui la bambina si trovasse chiusa in auto. La madre, sotto choc, non ha rilasciato alcun dichiarazione. Secondo alcuni testimoni si sarebbe trattato dinegligenza: la famiglia, rientrata da una gita, avrebbe deciso di non svegliare la piccola e di lasciarla dormire in auto, una Volkswagen Touran parcheggiata. Alcune ore più tardi, la donna avrebbe iniziato a cercarla. Solo dopo ha ricordato di averla lasciata in auto, a dormire.
Secondo i primi dati dell'autopsia, effettuata mercoledì sera, la bambina è morta di ipertermia. Probabilmente, dormendo, Cheyenne non si è nemmeno accorta della situazione. Dato che le automobili sotto il sole possono raggiungere anche i 70 gradi, nell'abitacolo la temperatura aumenta dopo soli 30 minuti di ben 16 gradi rispetto all'esterno. Spesso basta meno di un quarto d'ora per avere un collasso. Martedì scorso, in Svizzera, si è registrata la giornata più calda dall'inizio delle misurazioni.

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Padova, trovata morta con cranio fracassato

L'allarme dato da un passante

Padova, trovata morta con cranio fracassato

Una donna di circa 40 anni è stata trovata uccisa, con il cranio fracassato, nel Padovano, nella piazza di Sant'Anna Morosina, una frazione di San Giorgio in Bosco. Ancora non si conosce l'identità della vittima e sul caso indagano i carabinieri. L'allarme è stato dato da un passante, che ha chiamato il 112.


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Bossetti, è giallo sul tentato suicidio Polizia penitenziaria: Tutto falso

Smentito dagli agenti l'annuncio del legale del muratore di Mapello, secondo il quale l'uomo avrebbe tentato di impiccarsi con una cintura

Bossetti, è giallo sul tentato suicidio Polizia penitenziaria: Tutto falso

Nessun tentato suicidio per Massimo Bossetti nel carcere di Bergamo, dove l'uomo è detenuto da oltre un anno per il caso Yara. Lo assicura il segretario generale della polizia penitenziaria Sappe, Donato Capece, spiegando: "Il segretario generale della Lombardia mi ha riferito che la notizia è priva di fondamento. In sostanza non è accaduto nulla. Fa specie che circolino certe notizie dopo due drammatici fatti come i suicidi degli ultimi giorni".

Del tentativo di suicidio aveva parlato l'avvocato dello stesso Bossetti, spiegando che il suo assistito sarebbe stato salvato dall'intervento di un agente penitenziario mentre cercava di impiccarsi con una cintura. Secondo quanto riferito dal legale, l'episodio risalirebbe a sabato, il giorno dopo l'ultima udienza del processo che lo vede protagonista. Quanto accaduto sarebbe stato raccontato dalla moglie di Bossetti, Marita Comi, a uno dei legali Claudio Salvagni. Il tentativo di impiccarsi sarebbe comunque stato stroncato sul nascere tanto che per Bossetti non si sono resi necessari controlli in ospedale.

I presunti tradimenti della moglie - Il legale però insiste con la versione del tentato suicidio, e spiega che "la notizia degli amanti della moglie Marita Comi è stata un trauma peggiore dell'arresto, devastante. Una notizia più dura del giorno dell'arresto. Non è stato in grado di reagire questa volta e ha tentato il suicidio".


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Dossier illegali, Corte: Vieri ridia un milione di euro a Inter e Telecom

La sentenza d'Appello conferma la responsabilità del club nerazzurro e della compagnia di telecomunicazioni, ma riduce i danni calcolati

Dossier illegali, Corte: "Vieri ridia un milione di euro a Inter e Telecom"

Christian Vieri dovrà "restituire" quasi tutto il milione di euro che gli era stato riconosciuto dal Tribunale nel 2012 per lo "spionaggio" che avrebbe subito quando giocava nell'Inter. La Corte d'Appello di Milano, infatti, ha sì confermato le responsabilità del club nerazzurro e di Telecom (la vicenda si inseriva nel capitolo dei "dossier illegali"), ma ha ricalcolato i danni in soli 80mila euro.

Nel dettaglio la Corte ha stabilito che il gruppo di telecomunicazioni dovrà versare 80mila euro e la società nerazzurra, in solido con Telecom, 40mila euro ma sempre del "predetto importo". 

Nel settembre del 2012 l'ex bomber Bobo Vieri aveva vinto, in sostanza, il primo round della causa civile intentata nei confronti dell'Inter e della Telecom per essere stato 'spiato' dalla security di Tlc sotto la guida di Giuliano Tavaroli. Il Tribunale aveva, infatti, condannato le due società a versare in solido tra loro un milione di euro all'ex attaccante che aveva lamentato di essere scivolato in uno stato depressivo, con tanto di insonnia, quando scoprì di essere stato pedinato e controllato illecitamente per conto del club nerazzurro. L'ex calciatore, comunque, aveva chiesto un risarcimento ben più alto: 12 milioni al gruppo di telecomunicazioni e 9,25 milioni al club nerazzurro. 

Ora la seconda sezione civile della Corte d'Appello di Milano ha confermato "la responsabilità sia di Telecom spa che di Fc Internazionale in relazione all'illecita attività posta in essere", ma ha stabilito che "il controllo sulla persona di Vieri si è verificato in due distinti periodi" ed è durato alcuni mesi e non anni come deciso in primo grado. La Corte ha riconosciuto anche "la sofferenza" patita da Vieri per lo spionaggio e il danno "causato dalla conoscenza dei dati relativi alla vita personale". Tuttavia, secondo l'Appello, il Tribunale non ha spiegato come ha calcolato il danno non patrimoniale in un milione di euro e non possono, dunque, essere liquidati anche i "danni 'punitivi'" per le due società. E ciò malgrado la "gravità oggettiva delle intrusioni".


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Palermo, furti hi-tech: 8 arresti

Effettuati 21 furti per 300mila euro

Palermo, furti hi-tech: 8 arresti

La polizia e i carabinieri di Cefalù hanno eseguito 17 misure cautelari, 8 arresti domiciliari e 9 obblighi di dimora, nei confronti dei componenti di una banda accusata di avere organizzato 21 furti di materiale elettronico tra cui smartphone e tablet per un valore di oltre 300 mila euro. I ladri colpivano soprattutto in negozi, ricevitorie e centri commerciali.


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Mafia, sequestro 600mila euro beni

Taranto, sono di noto pregiudicato

Mafia, sequestro 600mila euro beni

La Dia di Lecce ha messo sotto sequestro in provincia di Taranto numerosi beni mobili e immobili riconducibili al 66enne Pasquale Putignano. Si tratta di un noto pregiudicato di Palagiano (Taranto) gia' condannato per associazione di stampo mafioso finalizzata, tra l'altro, all'estorsione. Il valore dei beni sottoposti a sequestro (tre appartamenti, due fondi rustici e sei conti correnti bancari e postali) ammonta complessivamente a 600mila euro.


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La Spezia, lite in casa: quindicenne uccide il compagno della madre a coltellate

Inutili i soccorsi del 118, il ragazzo è accusato di omicidio volontario

La Spezia, lite in casa: quindicenne uccide il compagno della madre a coltellate

Un ragazzo di 15 anni ha ucciso il compagno 45enne della madre, un ambulante originario della provincia di Parma, con una coltellata durante una lite in casa. E' successo a Carrodano, in Val di Vara (La Spezia). Il ragazzo è poi stato fermato dai carabinieri e trasferito nella caserma dell'Arma, dove è stato trattenuto in camera di sicurezza.

E' stata la madre del ragazzino a precipitarsi sul corpo senza vita del compagno e a chiamare il 118 nell'estremo e inutile tentativo di salvargli la vita mentre il figlio, sotto shock, poco per volta ha realizzato quello che aveva fatto. La centrale del 118 ha avvisato i carabinieri che sono arrivati subito nell'appartamento. In attesa del nulla osta per spostare la salma, i militari hanno messo sotto sequestro l'appartamento e sottoposto a fermo di polizia giudiziaria, indiziato di omicidio volontario, il ragazzo. 

Il medico legale, arrivato con il magistrato sul luogo del delitto, ha eseguito una prima ricognizione del cadavere stabilendo che con tutta probabilità la coltellata inferta dal ragazzino ha provocato una ferita mortale al cuore che ha ucciso sul colpo l'ambulante. L'autopsia dirà probabilmente di più e potrà aiutare, grazie agli esami tossicologici, a ricostruire quanto è successo prima e durante l'aggressione mortale. Intanto i carabinieri hanno chiamato in caserma i familiari del ragazzino e cercano di ricostruire la vita della vittima. 

L'uomo, un venditore ambulante, era originario di Fidenza, un piccolo centro industriale in provincia di Parma dove lavora anche il marito della donna, titolare di una piccola azienda. Probabilmente i due si sono conosciuti proprio lì e da tempo avevano una relazione stabile. La madre è stata ascoltata per oltre due ore: i carabinieri cercano di capire come fossero i rapporti tra il figlio e il compagno della donna e come si sia innescata la lite che ha portato all'omicidio.


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