martedì 26 gennaio 2016

Meredith, Sollecito chiede risarcimento per "ingiusta detenzione"

I legali dell'ingegnere pugliese, assolto dalla Cassazione, hanno depositato un'istanza per ottenere 516mila euro dallo Stato italiano

Meredith, Sollecito chiede risarcimento per "ingiusta detenzione"

Raffaele Sollecito chiede allo Stato italiano un risarcimento di 516mila di euro per "l'ingiusta detenzione" dal 6 novembre del 2007 al 4 ottobre del 2011 subita nell'indagine sull'omicidio di Meredith Kercher. L'istanza è stata depositata alla Corte d'appello di Firenze. L'ingegnere pugliese, che si è sempre proclamato estraneo all'omicidio, è stato definitivamente assolto dalla Cassazione per il caso Mez assieme ad Amanda Knox.

I legali di Sollecito, Giulia Bongiorno e Luca Maori, hanno deciso di rivolgersi all'ultimo giudice di merito che si è occupato del processo.


cronache criminali

Blitz anti-terrorismo, arrestato a Cosenza un foreign fighter marocchino

Il 25enne era arrivato in Turchia il 10 luglio. Le autorità, d'intesa con l'antiterrorismo italiano, lo avevano respinto. Alfano: "Le nuove norme funzionano"

Blitz anti-terrorismo, arrestato a Cosenza  un foreign fighter marocchino

Blitz antiterrorismo della polizia: gli uomini della Digos di Cosenza hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di un "foreign fighter" marocchino. Hamil Mehdi, 25 anni, residente a Luzzi, era finito nel mirino degli investigatori che indagavano su di lui da luglio. Commerciante ambulante, è accusato del reato di auto addestramento ai fini di terrorismo internazionale. Angelino Alfano: "Le nuove norme funzionano".

Il 25enne era arrivato in Turchia il 10 luglio, dove era stato fermato per un controllo. Al termine degli accertamenti, le autorità turche, d'intesa con gli uomini dell'antiterrorismo italiano, lo avevano respinto per motivi di "sicurezza pubblica" facendolo rientrare in Italia.

"Pronto per andare in guerra" - Il marocchino era pronto a raggiungere gli scenari di guerra. E' quanto emerge dalle indagini compiute dalla polizia e dalla Dda di Catanzaro. "L'arresto di oggi è uno dei primi casi di applicazione della legge del 2015 che contesta l'auto addestramento ai fini di terrorismo internazionale", ha spiegato il coordinatore della Dda di Catanzaro, Giovanni Bombardieri. "Lo abbiamo monitorato costantemente - ha aggiunto - dopo che in estate era stato espulso dalla Turchia".

La difesa: "In Turchia per pregare" - "Sono andato in Turchia solamente per pregare". E' quanto ha detto Hamil Mehdi al momento dell'arresto. "Mi avevano già accusato - ha aggiunto - di appartenere all'Isis ma io ho sempre negato. Ed anche ora ribadisco che non appartengo all'Isis". 

Alfano: "Antiterrorismo funziona" - 
Il ministro dell'Interno Alfano ha espresso soddisfazione per l'arresto di Hamil Mehdi: "E' stato arrestato un marocchino, indagato per addestramento ad attività con finalità di terrorismo anche internazionale, reato introdotto con il decreto antiterrorismo oggi diventato legge". 

"Le nuove norme antiterrorismo sono efficaci e di questo sono molto orgoglioso perché premiano il lavoro delle Forze dell'Ordine e offrono nuovi strumenti normativi ai magistrati, adeguati alle strategie che siamo chiamati a fronteggiare. Ed è quanto avvenuto oggi", ha concluso.


cronache criminali

Roma Termini: paura in stazione per uomo con fucile, ma era un'arma giocattolo

Lo scalo ferroviario è stato evacuato per permettere alle forze dell'ordine di effettuare i controlli del caso. Poco dopo il "sospetto" è stato avvistato ad Anagni dove proseguono le ricerche

Roma Termini: paura in stazione per uomo con fucile, ma era un'arma giocattolo

Sarebbe solo un fucile giocattolo quello visto in mano all'uomo che lunedì sera ha seminato il panico alla stazione Termini a Roma. La polizia, allertata da alcuni passeggeri della presenza di un uomo con un fucile, ha immediatamente bloccato lo scalo e la circolazione dei treni è stata sospesa per circa un'ora. Il "sospetto" sarebbe poi stato avvistato nei pressi della stazione di Anagni, dove proseguono le ricerche.

Sono stati momenti concitati, con scene di panico, quelli visti alla stazione Termini, mentre le forze dell'ordine cercavano l'uomo "armato", immortalato anche dalle telecamere di sicurezza, e lo scalo veniva evacuato.

L'uomo "armato" fermato e controllato su un treno per Anagni - Mentre continuavano le ricerche nell'area limitrofa alla stazione l'uomo veniva fermato, e poi lasciato andare, su un treno diretto ad Anagni (Frosinone). Il capotreno aveva infatti segnalato la presenza di un uomo con fucile a un carabiniere presente sul convoglio. Nonostante fosse fuori servizio, il militare ha controllato l'uomo, ma non sapendo dell'allarme e delle ricerche scattate nella Capitale, una volta accertatosi che si trattasse di un'arma giocattolo, con tanto di tappo rosso di riconoscimento, lo ha lasciato andare.

Si tratta di un italiano sui 40 anni, forse un barbone - L'uomo con il "fucile" sarebbe quindi sceso ad Anagni, dove adesso sono concentrate le ricerche delle forze dell'ordine. Stando a quanto emerso si tratterebbe di un italiano sui 40 anni, con problemi comportamentali, uno "sbandato", "un barbone", stando alla definizione data da uno degli investigatori.

Il ritorno della normalità a Termini - La notizia del controllo e della non pericolosità dell'uomo e dell'arma, nel frattempo, avevano fatto cessare l'allarme a Termini e la situazione era lentamente tornata alla normalità: i passeggeri erano stati fatti rientrare, i negozianti aveva ripreso possesso dei loro negozi ed i treni erano stati fatti nuovamente partire.


cronache criminali

Brindisi, bambini usati per nascondere la droga, 14 arresti

I piccoli erano i figli di due delle persone coinvolte nell'indagine dei carabinieri. In questo modo la banda cercava di sfuggire ai controlli delle forze dell'ordine

Bambini usati per nascondere la droga, 14 arresti nel Brindisino

Per nascondere la droga e riuscire a sfuggire ai controlli delle forze dell'ordine venivano impiegati anche bambini. E' quanto emerso da un'inchiesta dei carabinieri di Brindisi che hanno eseguito 14 ordinanze di custodia cautelare per spaccio, 7 delle quali in carcere e 7 ai domiciliari. I bambini sono figli di due degli indagati. Il mercato in cui veniva smerciata cocaina e marijuana era quello del Brindisino e zone limitrofe.


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Audi gialla, l'auto trovata abbandonata e bruciata nel Trevigiano

I tre malviventi che la usavano, sentendosi braccati, hanno incendiato la vettura in aperta campagna, vicino ad un torrente, tra i comuni di Oné di Fonte ed Asolo

Audi gialla, l'auto trovata abbandonata e bruciata nel Trevigiano

E' stata bruciata nella notte nel Trevigiano l'Audi gialla al centro di una imponente caccia, da giorni, da parte delle forze dell'ordine. I tre malviventi che la usavano, sentendosi braccati, hanno incendiato la vettura in aperta campagna, vicino ad un torrente, tra i comuni di Oné di Fonte ed Asolo. Le fiamme hanno allarmato alcuni cittadini che hanno chiamato i vigili del fuoco.

Sul posto sono intervenuti anche i carabinieri che hanno constatato che si trattava dell'Audi gialla rubata a Milano lo scorso dicembre e con la quale tre banditi si sono resi protagonisti di rocambolesche fughe, sul filo dei 260 km/h e in contromano sul passante di Mestre. Dei malviventi, per il momento, non è stata trovata traccia.


cronache criminali

venerdì 22 gennaio 2016

Napoli, decapitata la statua di Padre Pio. La testa non si trova, vane ricerche dei sub

L'opera è stata posata otto anni fa sugli scogli di via Caracciolo per volontà di una donna devota al santo di Pietrelcina

Napoli, decapitata la statua di Padre Pio La testa non si trova, vane ricerche dei sub

E' stata decapitata la statua di Padre Pio installata sul lungomare di Napoli 8 anni fa per volere di una donna molto devota al santo di Pietrelcina. Vane le ricerche della testa nonostante l'intervento dei sub dei vigili del fuoco, che hanno rastrellato i fondali davanti agli scogli di via Caracciolo. A denunciare l'accaduto è stata proprio la signora Rita: "Feci sistemare la statua dopo che mio figlio uscì indenne da un serio interventoal cuore".


cronache criminali

Loris, immagini esclusive a "Mattino 5": Veronica Panarello aveva un complice?

Secondo le analisi di un esperto informatico, la donna accusata dell'omicidio del figlio non era sola in auto. Nei frame si intravederebbe una sagoma

Foto 1

Veronica Panarello, in carcere con l'accusa di aver ucciso il figlio, potrebbe aver avuto un complice. "Mattino Cinque" ha mandato in onda delle immagini esclusive che riguardano l'inchiesta sulla morte del piccolo Loris Stival. Dai video delle telecamere di Santa Croce Camerina, le stesse utilizzate dalla procura per accusare la Panarello, un esperto informatico ha affermato che si vede una figura più robusta in auto con la donna.

Si scorge una sagoma sul sedile posteriore

L'ingegnere Marcello Locurto, esperto informatico, si è avvalso di un software estremamente sofisticato e, analizzando i frame che riprendono la Polo nera, i figli e la donna stessa, ha scoperto che nell'autovettura Polo di Veronica Panarello, che sta parcheggiando in retromarcia nel garage (cosa per lei inusuale), si scorge una sagoma sul sedile posteriore, lato opposto conducente. Chi è?

Alla guida non c'è più Veronica

Nel passaggio alla rotonda di fronte al supermercato Despar, si nota alla guida della Polo una figura con corporatura robusta, non riconducibile a Veronica Panarello. Di chi si tratta?

Le tre sagome sono ben individuabili

Ecco la Polo con a bordo Veronica e i due figli, in un primo passaggio alla rotonda della Despar. Le tre sagome sono ben individuabili.

cronache criminali

Caso Maiorana, svolta nelle indagini: trovati scarpa e sacco durante scavi

I due oggetti, che presentano macchie rosse, potrebbero essere appartenuti a padre e figlio scomparsi misteriosamente a palermo nel 2007

Caso Maiorana, svolta nelle indagini: trovati scarpa e sacco durante scavi

L'indagine sulla scomparsa di Antonio e Stefano Maiorana, padre e figlio imprenditori spariti nel nulla a Palermo il 3 agosto 2007, potrebbe essere ad una svolta. Nel corso di alcuni scavi gli investigatori, coordinati dai pm Roberto Tartaglia e Francesco Del Bene, hanno infatti ritrovato una scarpa e un sacco con macchie rosse, che sono ora all'esame del Ris.

La scarpa, estremamente deteriorata, e il sacco erano ricoperti da uno spesso strato di materiale solitamente utilizzato nell'edilizia. Materiale non di risulta, ma utilizzabile. I reperti verranno sottoposti ad indagini biologiche e si cercherà di capire se presentino tracce di acido o di combustione. Il ritrovamento dei due oggetti arriva dopo la riapertura dell'indagine disposta dalla Procura sulla base di alcune dichiarazioni raccolte.

Antonio e Stefano Maiorana scomparvero dopo essersi allontanati dal cantiere di Isola delle Femmine, nel Palermitano, dove stavano costruendo alcune abitazioni. Salutarono gli operai e lasciarono negli uffici gli effetti personali, facendo pensare ad un ritorno a breve. La loro auto, una Smart, venne poi ritrovata nel parcheggio dell'aeroporto di Palermo, ma dai controlli risultò che i due non avevano preso alcun volo.

Dal 2007 si sono battute diverse piste: da quella mafiosa a quella di contrasti nati nell'ambiente di lavoro. Nessuna, però, è risultata decisiva, tra falsi avvistamenti dei due a Barcellona e indicazioni rivelatesi non veritiere. Per questo la Procura chiese al gip l'archiviazione dell'indagine. Il giudice, invece, dispose nuovi accertamenti imponendo ai carabinieri di sbancare e controllare con il georadar una vasta porzione di terreno che si trovava in una località in cui il cellulare di Antonio Maiorana risultava presente prima della scomparsa. Anche questa indagine non diede esiti e l'inchiesta venne archiviata per poi essere poi riaperta, meno di un anno fa, grazie ad alcune indicazioni ricevute dagli inquirenti.


cronache criminali



Verona, Pietro Maso indagato per tentata estorsione alle sorelle

Nel 1991, con la complicità di tre amici, massacrò i genitori. Pochi giorni fa la notizia della telefonata di papa Francesco

Verona, Pietro Maso indagato per tentata estorsione alle sorelle

La Procura di Verona ha iscritto Pietro Maso nel registro degli indagati con l'accusa di tentata estorsione nei confronti delle sorelle. Nel 1991, con la complicità di tre amici, massacrò a Montecchia di Crosara i genitori. L'uomo, oggi 44enne, è uscito dal carcere nel 2013 dopo aver scontato una condanna a 30 anni e due mesi di reclusione. Pochi giorni fa Maso ha raccontato di aver scritto una lettera a papa Francesco, che lo ha poi chiamato.

La notizia del nuovo fascicolo aperto a suo carico, come riporta ilCorriere del Veneto, è stata confermata dal procuratore Mario Giulio Schinaia. "Si tratta - ha precisato - di un'inchiesta avviata sulla base dei contenuti di un esposto presentato direttamente dalle parti lese". 

Il riferimento è alle sorelle di Maso, Nadia e Laura. E' a loro che l'uomo, una volta tornato completamente in libertà, avrebbe chiesto soldi in più occasioni, al punto da indurre le sorelle a segnalare l'accaduto alla magistratura.



Meredith Kercher, la versione di Guede: "Innocente, penso alla revisione del processo"

"Potevo fare di più per Meredith, ma non l'ho uccisa io", ha detto il 29enne che sta scontando nel carcere di Viterbo 16 anni di reclusione per concorso in omicidio

Mez, la versione di Guede: "Innocente, penso alla revisione del processo"

Potrebbe aprirsi un nuovo capitolo per l'omicidio di Meredith Kercher, la studentessa inglese uccisa a Perugia il primo novembre 2007. Rudy Guede, unico condannato per la morte della ragazza, sta infatti considerando la possibilità di chiedere la revisione del processo. Il 29enne sta scontando nel carcere di Viterbo 16 anni di reclusione per concorso in omicidio.

"Nella sentenza della Cassazione (con cui Amanda Knox e Raffaele Sollecito sono stati definitivamente assolti dall'accusa di omicidio, ndr) si legge che i giudici riconoscono che loro erano presenti in quella casa - ha detto Guede in una lunga intervista a Franca Leosini per "Storie maledette" - . Io sono arrivato al terzo grado con il concorso in omicidio e violenza sessuale, ma è scritto nero su bianco che non sono l'autore materiale del delitto".

"Meredith mi aveva invitato a casa sua" - Guede ha quindi ricostruito la sera dell'omicidio di Meredith. "La sera di Halloween, quando ho dato un bacio a Meredith, ci siamo accordati per vederci il giorno dopo. Sono andato a casa sua per questo motivo. Se sono entrato nella casa di via della Pergola è perché lei mi ha aperto e non perché mi sono arrampicato o perché mi ha aperto Amanda Knox", ha raccontato l'ivoriano.

Nel corso della serata con Meredith ci sarebbe stato un "avvicinamento" che però non si tramutò in un rapporto sessuale completo perché nessuno dei due aveva dei preservativi: "Ci siamo rivestiti e dopo un po' di tempo avevo bisogno di andare in bagno. Sono andato in quello grande, era il più vicino al salotto e lontano dalla camera di Meredith". 

L'arrivo di Amanda Knox e il litigio con Meredith - E sarebbe stato allora che Guede sentì suonare al campanello: "Ho riconosciuto la voce di Amanda Knox, sono sicuro al 100% che era lei, e ho sentito che le due litigavano. Sono rimasto in bagno per 10-11 minuti - ha raccontato l'ivoriano - e lo so perché perché ascoltavo la musica: due brani interi e il terzo fino a metà. Poi ho sentito un urlo più forte del volume della cuffia che avevo nell'orecchio. Era straziante".

La scoperta del cadavere di Meredith - "Mi sono preoccupato e sono uscito velocemente dal bagno per vedere cosa fosse successo. Tutte le luci della casa erano spente, tranne quella della camera da letto di Meredith. Davanti alla sua porta ho visto una sagoma maschile di schiena. Lui si è voltato e mi è venuto addosso cercando di farsi strada per la fuga. Ho cercato di difendermi perché muoveva le mani, mi sembrava che avesse un bisturi...". L'ivoriano ha quindi detto di aver sentito quest'uomo dire "Andiamo! Andiamo!" e "in casa c'era anche Amanda Knox". 

In camera Guede racconta di aver visto il corpo di Meredith : "Mi sono reso conto di quello che era successo. Sono andato in bagno e ho preso un asciugamano, poi ho visto che era ferita al collo e ho cercato di tamponare, ma non bastava. Ho preso un altro asciugamano. E' stato straziante". 

La fuga di Guede - L'ivoriano ha raccontato quindi di come sarebbe prevalso lo shock: "Non ragionavo più e sono uscito da quella casa. Ora, pensando a quella paura, mi sento di non aver fatto quello che avrebbe fatto un bambino di 6 anni, cioè chiamare aiuto. Non essere stato in grado di soccorrerla oggi per me è molto doloroso. Avrei potuto fare molto di più. Sono stato un vigliacco". "La paura ha avuto il sopravvento. Mi sono detto: chi ti crederebbe?".

Guede a quel punto fugge in Germania, dove viene rintracciato alcuni giorni dopo. 

Guede: "Potevo fare di più per Meredith" - "Ho chiesto scusa alla famiglia di Meredith perché non ho fatto il massimo per aiutarla: non sono riuscito a salvarla. Se mi devo fare 5 o 20 anni per questo non ho nessun problema, ma non posso fare neanche un giorno di galera perché accusato di averla violentata o uccisa". 

La nuova vita di Rudy Guede - L'ivoriano ha quindi parlato della sua vita in carcere: "Sto impiegando questi anni nel miglior modo possibile, cioè studiando, partecipando ai corsi, dando una mano a chi è in difficoltà, a chi non riceve mai visite. Mi sto laureando in Scienze storiche per la cooperazione internazionale e del territorio". 

"Il mio futuro è nel mio Paese, che è l'Italia. Sono venuto via dalla Costa d'Avorio che avevo 5 anni e io voglio un futuro qui. L'Umbria è casa mia", ha quindi concluso Guede.


cronache criminali

giovedì 21 gennaio 2016

Storie Maledette, anticipazioni della puntata del 21 gennaio 2016

Franca Leosini: “Rudy Guede ha rifiutato tanti soldi, ha scelto me per la credibilità”

Franca Leosini905

“Quanti soldi ho sborsato per avere Rudy Guede in esclusiva? Se non fosse una provocazione potrei anche offendermi. Rudy Guede ha rifiutato tanto denaro da altre testate. Ha scelto di parlare con me, a ‘Storie maledette’ (Rai3) per la credibilità e il rigore”. Così Franca Leosini, ideatrice, autrice e conduttrice del programma della terza rete (in onda giovedì sera alle 21,00 dal titolto ‘Nero trovato, colpelvole trovato’), ai microfoni de ilfattoquotidiano.it racconta alcuni particolari inediti sull’intervista al ragazzo di origini ivoriane (29 anni) che sta scontando 16 anni di carcere a Viterbo perché condannato “in concorso con altri” per l’omicidio della studentessa inglese Meredith Kercher. “Se sono stata diffidata dal mandare in onda questa puntata? Diciamo che non ci saranno gli avvocati di Guede in puntata e non voglio aggiungere altro” precisa la giornalista. Ma non è l’unica esclusiva di questa serie di tre puntate: “Ho intervistato nel carcere di Teramo Luca Varani”L’ex avvocato condannato a 20 anni di carcere per aver sfregiato con l’acido la sua ex fidanzata, Lucia Annibali, facendosi aiutare da due complici. “Un caso che mi ha profondamente colpito, come donna”. E poco fa i legali di Raffaele Sollecito, accusato insieme ad Amanda Knox dell’omicidio di Meredith e assolti in via definitiva dalla Cassazione, hanno inviato una lettera alla Rai in cui scrivono: “Nessuno può mettere in dubbio l’innocenza di Raffaele Sollecito”. Iniziativa presa proprio in vista della messa in onda domani sera della puntata di ‘Storie maledette’ (Guarda l’intervista integrale)  riprese di Paolo Dimalio e Samuele Orini, montaggio di Samuele Orini

Torino, contromano causò 4 morti: condannato per omicidio volontario

La Corte d'Assise d'Appello ribalta nuovamente il caso del cittadino albanese Ilir Beti. La Cassazione aveva annullato la precedente sentenza ipotizzando l'omicidio colposo

Torino, contromano causò 4 morti: condannato per omicidio volontario

Omicidio volontario, proprio come avevano deciso i giudici di secondo grado prima che la cassazione annullasse il verdetto. La Corte d'Assise d'Appello di Torino ha nuovamente ribaltato il caso del cittadino albanese Ilir Beti che, nel 2011, provocò la morte di 4 giovani francesi guidando ubriaco e in contromano lungo l'autostrada A26. I giudici lo hanno condannato a 18 anni e 4 mesi di carcere.

L'incidente avvenne in provincia di Alessandria. La Cassazione reputò sbagliata la condanna per omicidio volontario e mercoledì mattina la procura generale aveva chiesto 14 anni e 8 mesi per omicidio colposo

"Ringraziamo la giustizia italiana, anche se quattro anni per arrivare a una decisione sono una sofferenza che si aggiunge ad altra sofferenza", ha commentato la mamma di uno dei giovani francesi morti nell'incidente. "I fatti - hanno spiegato i familiari delle vittime - sono evidenti così come le responsabilità dell'imputato, che sono state accertate da un'inchiesta puntigliosa. Ma nei processi non ci si è ancora accordati sul reato: si discute se è doloso o colposo, e molto probabilmente ci sarà un nuovo passaggio in Cassazione. Per noi, che aspettiamo, è insopportabile". 

I parenti delle giovani vittime hanno accolto la sentenza con lacrime e applausi. La decisione della Corte, anche alla luce della richiesta della procura generale, è stata invece definita "sorprendente"dalla difesa: "Sono sconcertato - ha detto l'avvocato Mario Boccassi - e voglio proprio capire, con le motivazioni, quale è stato il ragionamento seguito dai giudici torinesi per aggirare i paletti collocati dalla Suprema Corte".


cronache criminali

Napoli, lancia figlio da balcone. Madre accusata di tentato omicidio

La donna, che è in cura per per problemi psichici, in un primo momento aveva spiegato che si era trattato di un incidente. Poi ha ammesso le sue responsabilità

Napoli, lancia figlio da balcone Madre accusata di tentato omicidio

Una donna in cura per problemi psichici ha lanciato il figliodi un anno dal balcone di un'abitazione che si trova al primo piano di un edificio. E' avvenuto a Ottaviano, in provincia di Napoli. Il bambino è stato soccorso e ricoverato in prognosi riservata. La donna, che in un primo momento aveva parlato di un incidente, ha ammesso le sue responsabilità ed è stata fermata con l'accusa di tentato omicidio.

La donna, subito dopo la tragedia, aveva richiamato l'attenzione dei vicini urlando che il bambino era caduto giù. Condotta in caserma dai carabinieri, aveva spiegato che il figlio era precipitato. Alla fine, però, ha ammesso di essere stata lei a lanciarlo nel vuoto.


cronache criminali

Roma, sgominata banda di strozzini: a recuperare crediti ci pensava "Tyson"

In tutto sono quattro le persone finite agli arresti domiciliari. I proventi mensili degli usurai ammontavano a 300mila euro

Roma, sgominata banda di strozzini: a recuperare crediti ci pensava "Tyson"

Roma i carabinieri sono riusciti a sgominare una banda di strozzini che usava "Tyson", soprannome molto esemplificativo, per recuperare i crediti. In tutto sono 4 le persone finite agli arresti domiciliari ed obbligo di dimora. Le accuse nei loro confronti sono usura aggravata in concorso, tentata estorsione, detenzione e cessione di sostanze stupefacenti in concorso, minaccia aggravata. I proventi mensili degli usurai ammontavano a 300mila euro.

Indagine partita dalla denuncia di un commerciante - Il provvedimento è frutto di un'indagine dei carabinieri avviata dopo la denuncia presentata da un commerciante romano che, a causa dell'attuale crisi economica e dell'impossibilità di rivolgersi a una banca, era entrato in contatto con uno "strozzino" per ottenere un prestito di poche migliaia di euro.

Tassi di interesse del 200% - Quest'ultimo, ottenuto l'incasso del capitale prestato, ha preteso la restituzione di somme molto più alte, con un tasso di interesse intorno al 200%, con minacce di morte e lesioni fisiche in caso di mancata riscossione. 

Strozzino in cella, aveva tre complici fuori
 - Finito in carcere lo scorso anno - proprio dopo essere stato sorpreso a picchiare la vittima durante una consegna di denaro - l'aguzzino aveva dato preciso mandato a tre sui complici, tra cui "Tyson", di curare il "giro d'affari".

"Giro d'affare" di 300mila euro al mese - Durante le perquisizioni è stato trovato il "libro mastro" della banda, su cui erano state annotate entrate e uscite di denaro: la mole di nomi e di prestiti emersa dall'analisi del documento ha fatto stimare i proventi mensili degli usurai intorno ai 300mila euro.


cronache criminali

mercoledì 20 gennaio 2016

Chi l'ha visto? anticipazioni della puntata del 20 gennaio 2016

Chi l'ha visto? anticipazioni della puntata del 20 gennaio 2016
L'appuntamento con la trasmissione di Raitre, Chi l'ha visto, tornerà in onda domani, mercoledì 20 gennaio 2016, come sempre in prime time su RaiTre. Anche la scorsa settimana, nonostante il lungo periodo di assenza dal piccolo schermo, la trasmissione dedicata i casi di persone scomparse nel nulla è riuscita a portarsi a casa una media di oltre due milioni e mezzo di spettatori superando la soglia del 10% di share.

Chi l'ha visto spopola sui social

Il vero colpo di scena, però, riguarda l'alto gradimento che Chi l'ha visto riesce ad ottenere sui social: l'hasthtag ufficiale della trasmissione, infatti, ogni settimana raggiunge il primo posto nella classifica dei trend topic e al momento la trasmissione della Sciarelli risulta essere una delle più commentate in assoluto tra quelle proposte dalla tv generalista, assieme a C'è posta per te, e ai due talk show politici del martedì sera Ballarò visibile su Raitre e Di Martedì in onda su La7.

Chi l'ha visto puntata del 20/1: si parla di Marco Vannini

Le anticipazioni riguardanti la nuova puntata di Chi l'ha visto del 20 gennaio 2016rivelano che si tornerà a parlare del caso di Mariana Cendron, la donna sparita nel nulla da Paese, in provincia di Treviso, dallo scorso 27 febbraio 2013: nonostante le ricerche siano andate avanti senza sosta, non si sono  avute più notizie di Mariana e i suoi familiari chiedono che venga fatta al più presto chiarezza sul caso. Federica Sciarelli nel corso della diretta di Chi l'ha visto di questo mercoledì 20/1 tornerà ad occuparsi anche del caso di Giulia di Sabatino, caduta da un cavalcavia dell'autostrada il 31 agosto 2015. I genitori di Giulia chiedono di non chiudere le indagini e di portarle avanti per riuscire a scoprire realmente cosa sia successo in quella terribile notte di agosto.
Nel corso di questo appuntamento non mancheranno le ultime novità e gli aggiornamenti sul caso di Marco Vannini, il giovane 20enne morto in circostanze ancora misteriose all'interno della casa dei familiari della sua ragazza. Perché è partito quel colpo di pistola che ha ucciso Marco e perché non sono stati chiamati in tempo i soccorsi?
Fonte: it.blastingnews.com

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Assenteismo, il Comune di Sanremo licenzia i primi 4 dipendenti

Pugno duro dell'amministrazione dopo le indagini della guardia di finanza. I furbetti timbravano il cartellino ma poi si facevano gli affari propri, tra shopping e passatempi vari

Assenteismo, il Comune di Sanremo licenzia i primi 4 dipendenti

Scattano i primi provvedimenti da parte del Comune di Sanremo nei confronti di alcuni dipendenti che, come dimostravano le indagini della guardia di finanza, timbravano il cartellino ma poi si facevano gli affari propri, tra shopping e passatempi vari. Sono state licenziate 4 persone, tra cui un operaio e due messi notificatori. Entro il 20 febbraio, poi, finiranno le audizioni di 201 dipendenti: si aspettano altre misure.

L'inchiesta "Stakanov" portò a 35 arresti, 8 obblighi di firma e 75 indagati, mentre complessivamente gli accertamenti coinvolsero circa 200 persone.

L'accusa è di truffa aggravata e continuata ai danni dello Stato e falso in atto pubblico. Tra di loro anche anche un vigile, ripreso dalle telecamere mentre timbrava in mutande, video che divenne subito il filmato simbolo dei furbetti. 

"Abbiamo firmato i primi quattro provvedimenti di licenziamento. Altri licenziamenti ci saranno nei prossimi giorni", spiega il sindaco Alberto Biancheri.


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Ilva, mercoledì la Commissione Ue apre l'indagine sugli aiuti di Stato

Secondo fonti di Bruxelles riguarderà solo gli aiuti alla produzione.

Ilva, mercoledì la Commissione Ue apre l'indagine sugli aiuti di Stato

La Commissione europea annuncerà formalmente mercoledì l'apertura dell'indagine per gli aiuti di Stato all'Ilva. Secondo fonti di Bruxelles, riguarderà solo gli aiuti alla produzione, che non sono stati notificati, e non quelli per la bonifica ambientale. L'orientamento della Commissione è quello di chiedere all'Italia la sospensione dell'erogazione dei fondi e la presentazione di un piano per ridurre la capacità di produzione.

Chiusa formalmente la fase della cosiddetta "procedura scritta". A quanto si apprende, l'orientamento della Commissione è quello di chiedere all'Italia la sospensione dell'erogazione degli aiuti per un settore come quello dell'acciaio (che è in sovrapproduzione a livello europeo) e la presentazione di un piano industriale che riduca la capacità di produzione. 

Tale piano costituirebbe una delle due "clausole" che saranno inserite nella decisione. L'altra riguarda la possibilità di rivalutare il dossier sugli aiuti di stato alla produzione se si concretizzerà in tempi brevi l'ipotesi di vendita dell'azienda.

Pucci fa un passo indietro in attesa della sentenza Thyssen - Dopo le polemiche scatenate in seguito alla sua nomina a direttore generale dell'Ilva Marco Pucci decide di fare un passo indietro. "Ringrazio i Commissari per la fiducia che mi hanno mostrato nel nominarmi direttore generale per la fase di trasferimento degli asset della società - afferma in una nota -. Tuttavia non ritengo di accettare l'offerta e preferisco attendere l'esito del ricorso in Cassazione sul processo che mi ha visto condannato ingiustamente per il tragico incidente alla Thyssen di Torino. All'epoca - ricorda Pucci - ero nel Cda della società senza alcuna delega alla sicurezza e con responsabilità nelle aree commerciali e del marketing. Confido che i giudici supremi sapranno dare il giusto peso alle responsabilità penali personali. Sono tornato - conclude - in Ilva un anno fa e continuerò a collaborare come manager per il risanamento e il rilancio della societa'".


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