sabato 15 luglio 2017

Clonavano carte di credito grazie a camerieri complici: sgominata banda a Roma



Una banda di clonatori di carte di   credito, che agiva con la complicità di due camerieri, è   stata sgominata dai carabinieri della stazione di Roma San Lorenzo in   Lucina che hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare nei   confronti di sei persone. L'attività investigativa, iniziata a marzo   del 2015, diretta dal pm Nadia Plastina della procura di Roma - gruppo  Criminalità informatica, coordinato dal procuratore aggiunto Antonello  Racanelli, ha consentito di individuare il sodalizio che, composto da   romeni e italiani, agiva soprattutto nel centro storico.     Dall'analisi del   flusso di pagamenti fraudolenti effettuati con alcune carte di credito  poi risultate clonate, i carabinieri della stazione Roma S. Lorenzo in  Lucina sono riusciti a risalire ai punti in cui le carte erano state   compromesse.      Sono stati così individuati alcuni ristoranti del centro storico,   all'interno dei quali lavoravano camerieri che dalle indagini sono poi  risultati organici alla banda criminale.   Durante la fase d'indagine è emerso che le carte di   credito venivano clonate da camerieri, a ''libro paga''   dell'associazione criminale, a capo della quale c'era un romeno già   noto alle forze dell'ordine. Il modus operandi era sempre lo stesso.   Alla fine di ogni pasto, il cameriere portava il conto al tavolo,   individuato tra quelli occupati da facoltosi turisti stranieri  soprattutto sudamericani e asiatici.    Il cameriere effettuava una   seconda ''strisciata'' della carta all'interno di un dispositivo   elettronico ''skimmer'', copiando così il codice Pan della carta di   credito, che veniva poi restituita come se nulla fosse accaduto al   proprietario. Normalmente a distanza di giorni, e a volte solo al   rientro nei paesi di origine, i vacanzieri si accorgevano delle   numerose spese, per migliaia di euro, effettuate a loro insaputa.        Un altro "importante   ruolo" è quello ricoperto dai commercianti conniventi, tutti italiani,  dislocati in varie zone della città, che secondo i carabinieri   mantenevano costanti rapporti con il sodalizio e, "incuranti delle   vigenti normative in materia di pagamento con carte di credito,   consentivano agli indagati di acquistare merce con le carte clonate,   ricevendo in cambio una percentuale in contanti sulla vendita, pari   solitamente al 15-20% dell'acquisto effettuato, oltre   all'ingiustificato pagamento per merce di fatto non ritirata".        Il giro d'affari del gruppo   criminale, monitorato in soli tre mesi d'indagine e durante il quale è  stata accertata la compromissione e successiva clonazione di 44 carte   di credito, ammonta ad un totale di circa 70.000 euro, (e tentati   acquisti fraudolenti per un totale di 200.000 euro, quest'ultimi non   andati a buon fine in quanto le transazioni sono state negate) il cui   provento veniva spartito tra i vari sodali in proporzione ai ruoli   ricoperti all'interno dell'organizzazione criminale.

Fonte: rainews.it

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