lunedì 16 marzo 2015

Agguato e omicidio al mercato del Cep: in manette i fratelli Marra

C'è la faida tra famiglie dietro la sparatoria che nell'ottobre 2014 provocò la morte di uno dei fratelli Quartararo. Ricostruiti i fatti, scatta l'arresto per cinque membri della famiglia Marra, sua storica “avversaria”

Agguato e omicidio al mercato del Cep: in manette i fratelli Marra

Vendetta, provocazioni e faide tra famiglie rivali, c’è tutto questo dietro la sparatoria che il primo ottobre del 2014 colpì i fratelli Umberto e Maurizio Quartararo, venditori ambulanti di frutta, in pieno mercato rionale. Allora, due uomini a bordo di uno scooter aprirono il fuoco tra la folla, ferendo anche una donna. Tre settimane dopo Maurizio Quartararo morì in ospedale.
Questa mattina all'alba, per quella sparatoria, sono finiti in manette cinque fratelli, tutti gli uomini della famiglia Marra, storica "avversaria" dei Quartararo. Polizia e carabinieri hanno portato in carcere Lorenzo, Marcello, Enrico e Salvatore Emanuele, rispettivamente di 40, 36, 34 e 24 anni, mentre ad Alfredo, 28 anni, sono stati concessi gli arresti domiciliari.
Subito dopo la sparatoria carabinieri e polizia avevano ritenuto di avere individuato i nuclei familiari al centro della vicenda. Le indagini avevano portato a due famiglie che in questi anni hanno avuto sempre dissidi e screzi che si erano infine concentrati nel raptus che ha portato due giovani armati di calibro 38 a sparare ai due venditori ambulanti di meloni bianchi.
Ancora però gli uomini della squadra mobile e i militari non avevano individuato gli esecutori materiali dell'agguato. Si sono acquisiti in queste ore i filmati di alcuni sistemi di videosorveglianza piazzati in alcuni negozi della zona. Sono stati sentiti i componenti dei due nuclei familiari per cercare di risalire al movente dell’aggressione.
A fronte dell’ assoluta omertà della gente di Borgo Nuovo, dove nessuno ha dato indicazioni utili per l'identificazione dei due aggressori, nonostante tutti lì conoscessero la vecchia conflittualità tra le famiglie, a dare un’ importante svolta alle indagini è stata una delle sorelle dei Marra, Mariella, sposata con uno dei fratelli delle vittime, che si è presentata spontaneamente in questura raccontando tutto il contesto in cui è maturato il delitto e accusando i suoi cinque fratelli. Poi le intercettazioni hanno fatto il resto e i cinque Marra sono finiti in carcere con un provvedimento che - secondo gli inquirenti – avrebbe scongiurato un'ulteriore vendetta.
Inoppugnabili infatti le prove a carico dei fratelli Marra, sulle cui tracce i poliziotti della squadra mobile sono arrivati subito grazie alla prontezza di un agente della polizia stradale, che quella mattina al mercatino riuscì a individuare il numero di targa dello scooter dei fratelli Marra, dileguatisi dopo la sparatoria. Questa tempestività ha consentito ai carabinieri del Ris di compiere immediatamente rilievi scientifici fondamentali tanto che l'esame del guanto di paraffina, eseguito dalla polizia scientifica su quattro dei cinque fratelli, ha dato esito positivo.


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