martedì 19 maggio 2015

Ferrovie Nord, si dimette il presidente Achille indagato per peculato e truffa

Avrebbe procurato 600mila euro di danni all'azienda spendendo soldi per fini personali e familiari: pay tv, capi d'abbigliamento, auto

Ferrovie Nord, si dimette il presidenteAchille indagato per peculato e truffa

Si è dimesso Norberto Achille, presidente di Ferrovie Nord Milano, società ferroviaria quotata a Piazza Affari e controllata al 57,57% dalla Regione Lombardia, al 14,7% dalle Fs e al 3,74% dal Gruppo Gavio. La decisione è stata presa, si spiega in una nota, dopo che Achille è stato iscritto nel registro degli indagati per peculato e truffa aggravata ai danni dell'ente pubblico.

La rappresentanza della società, che "ribadisce la correttezza dei propri bilanci", viene assunta dal suo vice Luigi Cardinetti. Achille risulta indagato per spese indebite effettuate con la carta di credito aziendale, anche a beneficio dei suoi familiari. A tale proposito Fnm ha dato mandato "già da tempo" a un avvocato penalista "affinché tuteli anche giudizialmente i propri interessi". Un avviso di garanzia è stato recapitato anche al presidente del collegio sindacale Carlo Alberto Belloni. 

Achille è alla guida delle Ferrovie Nord dal 1998, dopo un'esperienza come assessore ai Trasporti del Comune di Milano dal 1997, sotto la prima giunta guidata dal sindaco Gabriele Albertini. In ambito ferroviario Achille è stato vicepresidente esecutivo e amministratore delegato di Abb dal 1992 al 1997. 

Peculato e truffa, danno da 600mila euro - Le contestazioni ad Achille si riferiscono al periodo 2008-2014 e il danno totale all'azienda Ferrovie Nord Milano ammonterebbe a oltre 600mila euro, secondo quanto comunicano i carabinieri del comando provinciale di Milano. Si tratta di soldi che, secondo le ipotesi accusatorie della procura di Milano, sarebbero stati spesi per fini personali. 

Nella nota diffusa dai carabinieri si legge che Achille avrebbe acquistato un "abbonamento alla pay tv, capi d'abbigliamento, pasti non di lavoro, scommesse sportive, materiale elettronico con i fondi della società per 110mila euro circa"; avrebbe poi "ceduto alla moglie e a un figlio due schede telefoniche intestate alla società, che ne sosteneva i costi per 125mila euro circa"; avrebbe "ceduto in uso esclusivo a un figlio due autovetture aziendali noleggiate a un costo di 220mila euro circa, a cui erano elevate contravvenzioni al codice della strada per 125mila euro circa"; infine avrebbe "chiesto il rimborso in contanti di spese effettuate utilizzando la carta di credito aziendale per 22mila euro circa".


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