mercoledì 19 novembre 2014

Femminicidi: 2013 anno nero per le donne. 179 vittime soprattutto al Sud

L'anno scorso è stato l'anno più cruento degli ultimi sette, con un incremento del 14% rispetto al 2012. Il 70% dei femminicidi avvenuto in famiglia, Sud area a più alto rischio. Nel '90 le donne uccise erano appena l'11,1% delle vittime totali


2013 anno 'nero' per le donne. 179 sono morte, uccise dagli uomini: compagni, mariti, ex. L'anno scorso è stato l'anno più cruento degli ultimi sette, con un incremento del 14% rispetto al 2012. Lo rivela il secondo Rapporto Eures sul femminicidio in Italia, secondo cui l'anno passato ha presentato la più elevata percentuale di donne tra le vittime di omicidio mai registrata in Italia, pari al 35,7% delle vittime totali (179 sui 502): nel '90, le donne uccise erano appena l'11,1% delle vittime totali.

Il 70% dei femminicidi avvenuto in famiglia, Sud area a più alto rischio.
Sempre nel 2013, quasi il 70% dei femminicidi è avvenuto in famiglia, il 92,4% per mano di un uomo. Nel 2013 il Sud diventa l'area a più alto rischio (75 vittime ed una crescita del 27,1% sull'anno precedente), anche a causa del decremento registrato nelle regioni del nord (-21% e 60 vittime), ma è il centro a presentare l'incremento più consistente (+100%), passando le donne uccise da 22 a 44: i casi crescono nel Lazio (da 9 a 20), in Toscana (da 6 a 13), in Umbria (da 3 a 6) e nelle Marche (da 4 a 5). 

Lazio e Campania regioni con il più alto numero di femminicidi.
Proprio il Lazio, insieme alla Campania, presenta nel 2013 il più alto numero di femminicidi tra le regioni italiane (20): seguono Lombardia (19), Puglia (15), Toscana (13), Calabria e Sicilia (entrambe con 10 vittime). La graduatoria provinciale vede ai primi posti Roma (con 11 femminicidi nel 2013), Torino (9 vittime) e Bari (8), seguite, con 6 vittime, da Latina, Milano, Palermo e Perugia. 

Anche l'anno scorso, in 7 casi su dieci (68,2%, pari a 122 in valori assoluti) i femminicidi si sono consumati all'interno del contesto familiare o affettivo, in coerenza con il dato relativo al periodo 2000-2013 (70,5%). La criminalità comune rappresenta il secondo contesto a più elevato rischio, con il 16,2% delle vittime (28 in valori assoluti), davanti alle altre relazioni di prossimità (12,7%). Se l'autore dei femminicidi familiari risulta essere quasi sempre un uomo, sono le trasformazioni e le dinamiche del rapporto di coppia a spiegare il maggior numero dei casi. 

Fonte: rainews.it

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