martedì 9 giugno 2015

Caserta, rapina in casa Zinzi: fermo per la colf kirghisa, era la basista

Svolta nelle indagini sulla rapina in casa della figlia dell'ex presidente della provincia di Caserta: la collaboratrice domestica avrebbe aiutato i violenti che hanno rubato gioielli e colpito la padrona di casa a sangue

Caserta, rapina in casa Zinzi: fermo per la colf kirghisa, era la basista

Sarebbero ad un punto di svolta le indagini sulla rapina avvenuta in casa di Mara Zinzi, figlia dell'ex presidente della provincia di Caserta: è scattato il fermo per la colf di origine kirghisa (ex Urss), che secondo gli inquirenti avrebbe fatto da basista per i banditi. I due, forse lituani, sono entrati in casa della vittima, l'hanno legata e colpita gravemente davanti agli occhi della figlia di tre anni. La donna è ancora in ospedale. 

La colf lavorava in casa di Mara Zinzi solo da qualche giorno, per un periodo di prova: stava sostituendo la badante, della sua stessa nazionalità, tornata nel suo Paese per un periodo di vacanza. Nel corso della rapina è stata ferita anche lei, colpita a calci e pugni dai ladri, ma non in modo grave come invece è accaduto alla padrona di casa. 
 
Secondo la ricostruzione fornita dalla vittima, lei e la figlia si stavano preparando per uscire di casa, in pieno centro città a pochi passi dai giardini della Reggia di Caserta; i ladri si sono introdotti dalla finestra del bagno e dopo aver legato e picchiato violentemente la padrona e la colf, hanno fatto razzia di gioielli dalla cassaforte e messo a soqquadro l'intera abitazione. La bambina, di soli tre anni, dopo aver assistito alla scena, è riuscita a portare alla mamma il cellulare. Così Mara Zinzi ha potuto avvertire il fratello Giampiero, neo eletto consigliere regionale, che è andato a soccorrerle. 
 
Gli inquirenti sono a lavoro per chiarire il ruolo della donna kirghisa, che probabilmente avrebbe fornito indicazioni utili ai rapinatori, e per individuare i due responsabili. 


cronache criminali

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