martedì 16 giugno 2015

Decapitata a Milano, la trans arrestata al pm: "Due giorni passati a drogarci"

"Ero in preda al delirio, abbiamo parlato di morte poi è scoppiata la lite", emerge dal confuso racconto di Carlos Julio Torres Velesaca durante l'interrogatorio

Decapitata a Milano, la trans arrestata al pm: "Due giorni passati a drogarci"

Due giorni trascorsi tra alcol e cocaina, culminati in una lite delirante e in un'improvvisa esplosione di violenza. Sarebbe questo lo scenario dell'omicidio di Antonietta Gisonna, accoltellata e decapitata nella notte tra sabato e domenica nel suo appartamento alla periferia di Milano, in via Amedeo. E' la ricostruzione che emerge dai racconti confusi, fatti al pm, della trans di 20 anni, Carlos Julio Torres Velesaca, arrestata per l'omicidio.

"Abbiamo trascorso due giorni a bere e ad assumere cocaina, poi abbiamo litigato mentre parlavamo di morti e di cadaveri e l'ho colpita", ha spiegato il giovane, originario dell'Ecuador ma residente da anni in Italia.

Il giovane, difeso dall'avvocato Luca Garlisi, avrebbe raccontato agli inquirenti di aver agito "in preda a un delirio" e di non ricordare alcune fasi dell'aggressione. Vuoti di memoria forse dovuti allo stato di shock e all'assunzione di droga prima del litigio, che verrà accertata dai test tossicologici disposti dal pm. 

Non avrebbe fornito, quindi, una spiegazione chiara sui motivi per cui si è accanito sulla donna di 52 anni colpendola con una decina di coltellate per poi decapitarla, gettando la testa nel cortile. 

Una scena raccapricciante alla quale ha assistito un vicino di casa, affacciato alla finestra, che ha chiamato i carabinieri. Diverse persone residenti nel condominio, inoltre, hanno sentito urla e richieste di aiuto provenienti dalle stanze dove si stava consumando il massacro.

Sullo sfondo dell'omicidio ci sarebbe quindi l'abuso di sostanze stupefacenti, nell'appartamento dove il transessuale viveva da alcuni giorni, ospite della vittima.

Quando è scoppiata la lite, i due si trovavano da soli nell'appartamento dove il passaggio di persone, forse legato ad attività di spaccio e prostituzione, era frequente. Durante la discussione Antonietta Gisonna e Julio Velesaca, quindi, avrebbero parlato di morti e cadaveri. Poi è esplosa la violenza. 

I carabinieri hanno trovato nell'appartamento anche il cagnolino della donna, mentre il giovane si era rifugiato in una stanza, sotto shock, lontano dal cadavere in una pozza di sangue. Nella casa sono stati rinvenuti anche alcuni coltelli da cucina sporchi di sangue. 

La transessuale ora si trova nel carcere di San Vittore. Oggi comparirà davanti al gip di Milano Anna Magelli, per l'udienza di convalida dell'arresto.


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