giovedì 4 dicembre 2014

Andrea Loris Stival, effettuato test del Luminol in casa della famiglia

Durante la perquisizione eseguito l'esame per cercare tracce di sangue. Gli investigatori stanno ricostruendo la mattinata di mamma Veronica, tante le contraddizioni. La preside: "Non marinava le lezioni, frequentava assiduamente l'istituto". Carabinieri e polizia ricostruiscono gli spostamenti di quella mattina

Andrea Loris Stival, effettuato test del Luminol in casa della famiglia
Non è indagata. Ma le bugie raccontate su quella mattina di sabato 29 novembre trasformano mamma Veronica in una sospettata agli occhi degli investigatori che indagano sulla morte di Loris Stival, 8 anni, sparito da Santa Croce Camerina (Ragusa), e trovato cadavere in un canalone di cemento a quattro chilometri di distanza. La donna ha sostenuto e continua a sostenere di essere uscita di casa a bordo della sua Polo nera e di aver lasciato il bambino a pochi metri dall’ingresso della scuola elementare. Non è vero, sostengono gli investigatori. Non c’è un solo riscontro che confermi questa versione. A cominciare dal video di una telecamera di videosorveglianza piazzata a pochi metri dalla casa degli Stival racconta un'altra storia. Intorno alle 8 di quel sabato si vedono Veronica Panarello, 25 anni, e i due figli che si avvicinano all’auto. Poi si scorge una sagoma, che i detective pensano sia di Loris, tornare verso casa dopo una “discussione”. Perché Veronica e Loris avrebbero dovuto litigare? Forse – ipotizzano carabinieri e polizia – perché, come ha messo la donna a verbale, nell’ultimo periodo il figlio non andava volentieri a scuola. Il dato certo è che Loris quella mattina non è mai arrivato alla Falcone e Borsellino. Per questo i cani molecolari non hanno annusato nessuna traccia del bambino nel punto dove la mamma ha raccontato di averlo lasciato.
Squadra mobile e carabinieri, coordinati dal procuratore di RagusaCarmelo Petralia, stanno ricostruendo l’intera mattinata di Veronica partendo dalle sue dichiarazioni che talvolta combaciano con i riscontri delle indagini e talvolta no. La Polo nera viene immortalata dopo le 9 mentre rientra nell’abitazione di via Garibaldi, dopo che Veronica ha accompagnato il figlio più piccolo di 9 anni alla ludoteca e aver chiacchierato con la panettiera. L’auto – ricostruisce il Corriere della Sera – viene catturata nuovamente dalla telecamera di videosorveglianza intorno alle dieci, quando Veronica esce nuovamente da casa per buttare un sacchetto della spazzatura. Per la seconda volta, perché la donna ha spiegato di averne buttato già via uno quando era uscita per accompagnare i bimbi a scuola. Un particolare, quello del sacchetto, non irrilevante per gli investigatori che chiedono alla donna perché buttare via due volte in pochi minuti un sacchetto dell’immondizia? “Perché Loris – riporta il giornale di via Solferino – scendendo con me prima lo aveva dimenticato di sopra”, ha messo a verbale la 25enne nel suo primo interrogatorio. Il sacchetto è stato cercato, ma non è stato trovato.
Pochi dettagli emergono anche dai tabulati telefonici. Veronica chiama il marito Davide, fuori per lavoro da qualche giorno, intorno alle 10. Giusto un saluto, poi la mamma del piccolo Loris monta di nuovo in macchina per andare a una lezione di cucina a Castello di Donnafugata. Fino a quando non si è presentata davanti a scuola, intorno alle 13, per riprendere il bambino che era già morto intorno alle 9 e 30 – dice l’autopsia – strangolato con una sola mano e gettato in un canalone in contrada Vecchio Mulino, dove il suo cadavere verrà ritrovato introno alle 16 e 55 dal 64enne Orazio Fidone. La sua casa questa mattina (giovedì 5 dicembre) è stata perquisita dalla polizia Scientifica. Al momento l’uomo rimane l’unico indagato.
Veronica aspetta davanti a scuola fino a che l’ultimo bambino non esce. Non vede Loris. Chiede ai vigili, ma non alle maestre che eppure sono sempre dentro l’istituto di via Fratelli Cervi. Intorno alle 13 la donna lancia l’allarme. Nel pomeriggio c’è un altro dettaglio su cui si sono concentrati i detective. Mentre il pese si mobilita per cercare Loris, mamma Veronica parla con una vicina raccontando la sua mattinata impegnativa. Un ricostruzione che alla vicina appare fin troppo dettagliata.
Ma anche le parole dette da Veronica per ricostruire il profilo del figlio sembrano essere smentite dalle altre persone che conoscevano Loris. Sabato 29 novembre, subito dopo la scoperta del cadavere, mamma Veronica descrive il piccolo come un ragazzino aperto che dava confidenza a tutti e che aveva già marinato la scuola. Diverso il parere di una zia paterna, secondo cui il bambino “era diffidente, chiuso, non dava facilmente confidenza agli estranei”. Mentre il preside della Falcone e Borsellino Giovanna Campo, in a Sky Tg24, dice Loris frequentava la scuola “con assiduità” e “aveva fatto un numero di assenze minimo, solamente due dall’inizio dell’anno”.
Intanto ieri (mercoledì 3 dicembre) i carabinieri, poliziotti della Mobile e della Scientifica hanno svolto una perquisizione di tre ore nella casa degli Stival, sequestrando un pc, quaderni e disegni del piccolo. E’ stato effettuato anche il test del Luminol, un esame che serve a cristallizzare eventuali tracce di sangue e Dna.
Agli investigatori non sono passati inosservati nemmeno i problemi della donna che avrebbe tentato il suicidio due volte. Così come la sua infanzia complicata, e il rapporto difficile con la madre. Veronica continua a ripetere la sua versione: “Ma come ve lo devo dire? Io – dice al quotidiano La Sicilia – quella mattina Loris l’ho accompagnato vicino alla scuola. Era uscito di casa assieme a me e al fratellino, siamo arrivati in macchina e l’ho lasciato. Poi, all’uscita sono andato a prenderlo e non c’ era più. Le cose sono andate così, questa è la verità“.
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