giovedì 11 dicembre 2014

Loris: un cellulare nascosto, un possibile complice e l'ipotesi infermità mentale

"Ho nascosto bene l'altro cellulare", questa la frase detta da Veronica Panarello alla sorella e su cui ora si indaga


Loris: un cellulare nascosto, un possibile complice e l'ipotesi infermità mentale

"Ho nascosto bene l'altro cellulare". Questa la frase che Veronica Panarello, madre del piccolo Loris e in stato di fermo con l'accusa di averlo ucciso, avrebbe detto alla sorella la sera del ritrovamento del cadavere del figlio. Secondo gli inquirenti proprio questo "telefonino fantasma" potrebbe essere necessario per individuare un possibile e ipotetico complice della donna.

A insistere sull'eventuale presenza di un complice, secondo quanto riportato dal quotidiano "La Repubblica", sarebbe la madre di Veronica: "Non è un'assassina e in ogni caso non può aver agito da sola", avrebbe detto la donna.

Avanza l'ipotesi dell'infermità mentale - Mentre gli indizi sulla colpevolezza della madre di Loris sembrano diventare sempre più pesanti, sia da parte della famiglia sia da parte della Procura emerge l'immagine di una donna "disturbata e tormentata", tanto che i legali di Veronica hanno anticipato di essere pronti a chiedere una perizia psichiatrica. La strategia degli avvocati sembra chiara: qualora le accuse si rivelassero fondate sarebbero pronti a chiedere l'infermità o almeno la seminfermità mentale.

La telecamera e la macchina parcheggiata in garage - Fra gli ultimi indizi a carico della donna ci sarebbe anche un filmato di una telecamera, posizionata su un'abitazione a pochi passi dalla casa del piccolo Loris e della quale finora non si conosceva l'esistenza. Nel video si vede l'auto di Veronica Panarello fare manovra per entrare nel garage della palazzina dove abitano gli Stival. Il fatto che quella mattina Veronica avesse messo l'auto nel garage è apparsa strana anche al marito Davide: "Perché l'ha fatto? - ha detto guardando il video mostratogli dagli investigatori - lei non ci andava mai. Parcheggiava sempre in strada".


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