martedì 9 dicembre 2014

Loris, Bruzzone: “È stata un’esecuzione. Ne ho viste tante, ma ecco perché questo caso è un inedito”

Roberta Bruzzone
Roberta Bruzzone

“È stata un’esecuzione, con una lucidità e una crudeltà inedite nel nostro Paese”. La criminologa Roberta Bruzzone non nasconde la forte impressione suscitata dalla ricostruzione, da parte degli inquirenti, dell’uccisione di Loris Stival. Secondo i magistrati, il bambino sarebbe stato ucciso da Veronica Panarello, la madre, attualmente in stato di fermo. “La sua versione non mi convinceva. Del resto l’orco non è quasi mai un estraneo”.
Bruzzone, cosa pensa del fermo della madre del piccolo Loris con l’accusa di essere proprio l’assassina del figlio?
«Io già dalle prime trasmissioni, a Porta a Porta, ho fatto notare che qualcosa nella madre non mi convinceva. Credo che questo fermo sia l’esito di una ricostruzione ben precisa da parte degli inquirenti. Ci sono riscontri solidissimi che non credo lasceranno dubbi».
Se tutto questo fosse confermato il quadro sarebbe agghiacciante…
«Guardi, sono molti anni che faccio questo lavoro e ne ho viste di tutti i colori. Devo dire però che la spietata lucidità e crudeltà come quella che avrebbe accompagnato questo omicidio, se saranno confermate le responsabilità della madre, è un inedito, almeno nella storia nazionale».
Cosa l’ha colpita in particolare?
«Non solo le modalità d’esecuzione del delitto, ma anche il tentativo di depistaggio: a Loris sono state tolte le mutandine per simulare un delitto a sfondo sessuale. Gli è stato messo il grembiule per avallare la tesi che fosse stato rapito davanti a scuola. È stato portato nel canneto e abbandonato lì, come un oggetto…».
Tutti elementi che escludono il classico raptus…
«Certo, sono modalità che escludono qualsiasi discontrollo. È stata una esecuzione».
È ancora presto per tracciare un quadro dello scenario che avrebbe fatto da sfondo a questo delitto?
«Bisogna capire che tipo di vita faceva questo bambino insieme a questa donna. A cosa è stato sottoposto prima. Credo che abbiamo solo scalfito la punta dell’iceberg e forse il movente potrebbe essere ancor più agghiacciante del delitto stesso».
Una madre della stessa cittadina, intervistata dai media, ha detto: “Non so come fare a spiegare a mio figlio che non deve parlare con gli sconosciuti, ma che poi qualcosa di terribile può invece accadere in famiglia”. Che ne pensa?
«Guardi, in realtà lo sapevamo anche prima: chiunque ha molta più probabilità di morire di morte violenta per mano di una persona conosciuta, magari proprio un familiare, piuttosto che per mano di uno sconosciuto. L’orco non è quasi mai un estraneo».
Cosa pensa invece della svolta nel processo per la scomparsa di Denies Pipitone, ovvero della intercettazione nella quale Jessica Pulizzi accuserebbe del delitto Anna Corona?
«Ho sempre pensato che purtroppo non sia possibile credere all’esistenza in vita di Denise. Il quadro che si va delineando mi sembra plausibile. È strano, semmai, che emerga solo ora».
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