mercoledì 10 dicembre 2014

Loris, il padre Davide a "Quarto Grado": "Troppe coincidenze contro mia moglie"

Le prove contro Veronica Panarello sembrano aver convinto il giovane camionista, ormai disperato, della sua colpevolezza. Intanto, la 26enne in cella da martedì sera ha detto agli agenti di voler stare da sola. I detenuti l'hanno fischiata e insultata


Loris, il padre Davide a "Quarto Grado": "Troppe coincidenze contro mia moglie"

"Allora è stata davvero lei...". Solo le parole pronunciate da Davide, marito di Veronica e padre di Loris dopo l'interrogatorio della moglie. Lui che ha saputo della morte del figlio mentre era in trasferta di lavoro via Facebook, e non dalla viva voce di Veronica, sembra essersi convinto della sua colpevolezza. Aveva scelto di credere alla 26enne, ora non più perché - come racconta a Quarto Grado - "sono troppe le coincidenze contro di lei".

"Chi è stato deve pagare. Mia moglie dice di aver portato Loris a scuola ma ci sono troppe coincidenze contro di lei", ribadisce. "Chi è stato è stato. Anche se è stata mia moglie, deve pagare", afferma l’uomo. "Non si può fare questo a un bambino". 

Ventinove anni, autotrasportatore, Davide sembra essersi convinto della colpevolezza della moglie Veronica, soprattutto, dopo aver visionato i filmati delle telecamere che mostrano l'auto della donna dove non doveva essere, quel 29 novembre. Evidenziando ancor più le bugie dette a lui e agli inquirenti.

"E' stata lei, tenetemela lontana, io sono il padre di Loris, rivoglio mio figlio, il mio bambino", ripete Davide. Solo qualche giorno fa, ancora sicuro nel credere all'innocenza di Veronica, diceva: "Se è stata lei allora può pure morire". Ora il mondo gli è crollato addosso.

Primo giorno di carcere per Veronica Panarello - Prima notte in carcere, in una cella di isolamento e sorvegliata per problemi di sicurezza nell'ala femminile del penitenziario di Catania, come da protocollo, per Veronica Panarello. Al suo arrivo, martedì sera, è stata fortemente contestata da detenuti dell'istituto che hanno fischiato e urlato contro di lei "assassina, devi morire". La donna avrebbe detto agli agenti penitenziari: "Adesso voglio stare sola".


cronache criminali