Prelevati campioni di Dna. La gente urla contro Veronica: "Vergogna". Il suo avvocato: "Indagine frettolosa". La donna è stata torchiata per cinque ore Procura di Ragusa. Quella mattina il bimbo non sarebbe più uscito di casa
E' durato cinque ore l'interrogatorio fiume della madre di Loris Stival nella Procura di Ragusa. Veronica Panarello non avrebbe ammesso alcuna responsabilità dell'omicidio e avrebbe ribadito la sua versione dei fatti. La 26enne è accusata di aver ucciso il figlio e di averne occultato il cadavere. Prima di essere trasferita nel carcere di Piazza Lanza a Catania, gli esperti della polizia scientifica le hanno prelevato dei campioni di Dna.
Veronica in lacrime al termine dell'interrogatorio - Al termine dell'interrogatorio in questura Veronica è scoppiata a piangere, dopo aver ribadito di nuovo di non avere alcuna responsabilità nella morte del figlio. "Io collaboro, collaboro - ha detto - ma non ho ucciso mio figlio".
Urla contro la mamma: "Assassina, devi morire" - Durante il suo trasferimento in carcere, la donna è stata più volte insultate. Prima, all'uscita dalla questura, alcune decine di cittadini hanno urlato contro di lei "Vergogna, vergogna", applaudendo invece al passaggio delle forze dell'ordine. Urla e insulti hanno accolto Veronica anche all'arrivo al carcere di Catania, dove tra giovedì e venerdì il gip del capoluogo la sentirà in un interrogatorio di garanzia per decidere sulla convalida dell'arresto. Ad attenderla un centinaio di persone che hanno inveito contro di lei urlandole "assassina, assassina...". E infine, anche i detenuti hanno gridato contro la donna "Assassina, assassina, devi morire".
Veronica alla madre: "Dove hai messo mio figlio?" - Nel verbale sul decreto di fermo si legge che Veronica Panarello accusò sua madre di aver fatto sparire il piccolo Loris, come racconta la stessa madre della donna, C.A. Veronica arrivò a casa sua con i carabinieri prima che il bimbo fosse ritrovato, alle 15.30 di sabato 29 novembre. "Mi chiese dove avessi messo suo figlio. Io le dissi che non avevo alcun motivo per prendere suo figlio".
I pm: "Veronica ha ucciso con sorprendente cinismo" - Veronica Panarello si è "resa responsabile dell'omicidio del proprio figliolo, con modalità di elevata efferatezza e sorprendente cinismo": così scrivono i pm di Ragusa nel decreto di fermo indicando i "gravi indizi di colpevolezza" nei confronti della mamma del piccolo Loris".
"Quella mattina il bimbo non uscì più di casa" - I pm di Ragusa assicurano che l'esame dei filmati e le testimonianze "consentivano di documentare, oltre ogni ragionevole dubbio, che il piccolo Loris non usci più dal condominio" dopo esser tornato a casa. E che "nell'intervallo tra le 8.49 e le 9.23 di sabato" nessuna altra persona non conosciuta entrò nel condominio.
Inoltre l'auto della madre, secondo i pm, "a oltre 200 metri da questo ultimo impianto di carburante" (il distributore Erg, ndr), "svoltava a destra immettendosi nella strada poderale che conduce al Mulino Vecchio", dove è stato trovato il piccolo.
Le dichiarazioni di Veronica "confliggono palesemente con le risultanze delle registrazioni degli impianti di videosorveglianza installati lungo l'effettivo percorso seguito dalla Panarello proprio quella mattina", si legge ancora nel decreto di fermo.
Contestata anche la crudeltà - I pm di Ragusa scrivono inoltre che Veronica Panarello avrebbe provocato la morte di Loris per soffocamento "aggredendolo mediante azione di strangolamento portata con l'uso di una fascetta stringicavo in plastica". In seguito a questa precisazione alla donna viene contestata anche l'aggravante della crudeltà, oltre che del legame di parentela.
Il legale della mamma: "Indagini frettolose" - Non cambia idea sulla sua assistita il legale di Veronica Panarello, l'avvocato Francesco Villardita, che giudica "leggermente frettolosa" l'indagine della Procura di Ragusa, affidata a polizia e carabinieri. "Sono certo - aggiunge - che alla fine si potrà giungere alla verità". E sulla donna: "E' serena per l'inchiesta, ma distrutta dal punto di vista umano: le manca suo figlio e anche la sua famiglia".
"E' preda di grandi crisi di sconforto - riprende -. E' distrutta per la morte del figlio e ha chiesto di incontrare il marito".
"Nel video il bimbo non è riconoscibile" - L'avvocato sottolinea poi che il filmato visionato non permette di accertare che Loris quella mattina tornò a casa: "Da quelle immagini, visionate con la mia assistita, non si riconosce nessuno. E abbiamo anche prove testimoniali che dimostrano che il bambino è stato accompagnato a scuola".
"La signora - precisa Villardita - ha visto il fotogramma, e ha chiesto da cosa avrebbero individuato il fatto che fosse Loris. Perché non è assolutamente soggetto individuabile. Questa certezza non ce l'ha nessuno, e non potranno averla mai, perché non è identificabile se quel bambino è Loris o un'altra persona".
Inoltre, il legale aggiunge che la madre di Loris "ha ribadito la sua versione fornita il 29 novembre sulla scomparsa del figlio, confermando fino in fondo la sua ricostruzione". E ancora: "E' stato un interrogatorio lungo, al quale la mia cliente ha risposto punto su punto, rimanendo ferma sulle sue posizioni: lei è innocente e ha confermato di aver portato il bambino a scuola e di essere andata poi a Donnafugata".
"Un'inchiesta da grande fratello" - Infine, l'avvocato dichiara: "Non abbiamo parlato di fascette, assolutamente. Si è parlato soltanto ed esclusivamente di filmati. La 'prima donna' di questa vicenda sono i video di sorveglianza, il 'grande fratello'".