martedì 28 aprile 2015

Lo «Schettino coreano» condannato all’ergastolo per la strage del traghetto affondato

Il naufragio provocò la morte di più 300 persone. La maggior parte erano studenti in gita scolastica. In primo grado Lee Joon-seok era stato condannato a 36 anni

Lo «Schettino coreano» condannato all’ergastolo per la strage del traghetto affondato
Il comandante del cargo coreano Sewol che il 16 aprile dello scorso anno affondò provocando la morte di più di 300 persone, per la maggior parte studenti in gita scolastica, è stato condannato martedì scorso in appello alla pena dell’ergastolo. Nel processo di primo grado, Lee Joon-seok, 70 anni, era stato condannato a 36 anni con l’accusa di abbandono della nave, ma assolto per omicidio. Il verdetto era stato criticato come troppo mite dai parenti delle vittime. In appello la corte di Gwangju ha riconosciuto anche l’accusa di omicidio, aggravando quindi la pena. 

Altri 14 membri dell’equipaggio sono stati condannati in secondo grado a pene che vanno da 18 mesi a 12 anni. A novembre le sentenze erano state più dure, da 5 a 30 anni. I condannati hanno ora una settimana per richiedere un ulteriore appello.  
Sulla Sewol viaggiavano 476 persone, di cui 325 studenti della scuola di Ansan: solo 75 riuscirono a salvarsi.  

Pochi giorni fa si era svolta a Seul una cerimonia di commemorazione ad un anno esatto dalla tragedia che colpì centinaia di famiglie coreane con la morte degli studenti delle scuole superiori che si trovavano a bordo dell’imbarcazione naufragata nelle acque della costa sudoccidentale del paese.  

Molti i video diffusi poco dopo la tragedia e nei giorni successivi. Agghiacciante quello di uno studente che filma i compagni di cabina negli istanti in cui la nave si sta piegando su un lato. Dapprima le risate dei giovani che non capiscono cosa stia accadendo. Poi la paura. Rimarranno tutti intrappolati all’interno dell’imbarcazione senza trovare scampo. 

Terribile ma rivelatore anche il filmato in cui si vede il momento in cui il capitano Lee Joon-seok, vestito solo di maglietta e mutande, si lancia su un gommone accostato alla chiglia della nave per mettersi in salvo. Il comandante abbandona l’imbarcazione scavalcando il parapetto con l’aiuto di alcuni uomini e buttandosi poi sull’imbarcazione della Guardia Costiera mentre il traghetto è inclinato di 45 gradi e dentro ci sono ancora circa duecento persone. Non soltanto il capitano ma anche altri membri dell’equipaggio si sono spacciati per normali passeggeri e hanno potuto così lasciare l’imbarcazione approfittando dei primi soccorritori. 

La presidente sudcoreana Park Geun-Hye ha assicurato che il relitto della nave sarà recuperato il prima possibile. Dal novembre scorso sono state interrotte le ricerche per le cattive condizioni meteorologiche. Le operazioni di recupero del relitto costeranno dai 91 ai 182 milioni di dollari e dovrebbero essere completate in un anno e mezzo. 

Fonte: lastampa.it

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