giovedì 30 aprile 2015

Usa, ragazzo preso a schiaffi: "Mamma aveva ragione, ma qui è uno schifo"

Parla Michael, il 17enne di Baltimora picchiato dalla madre in diretta tv "Capisco le sue ragioni, ma anch'io avevo le mie"

Usa, ragazzo preso a schiaffi: "Mamma aveva ragione, ma qui è uno schifo"

"Vivere qui è uno schifo. Ecco perché stavo protestando. Certo, capisco le ragioni di mia madre, che mi ha menato in strada. Ma io avevo le mie". Michael, il 17enne nero di Baltimora preso a schiaffi da mamma Toya in diretta tv mentre lanciava sassi alla polizia, commenta così l'accaduto in un'intervista alla "Stampa".

E dice: "Avrei preferito che non mi picchiasse così, davanti alle telecamere. Adesso pensa come mi tratteranno i compagni di scuola". La mamma, Toya Graham, vive in Rayner Avenue con Michael e altre cinque figlie, una delle quali ha una bambina, e, dopo le sberle in diretta, ai media ha detto: "Non voglio che il mio Michael faccia la fine di Freddie Grey", il 25enne morto nelle mani dei poliziotti. 

Lui, Michael, quel giorno era andato a manifestare in strada, spiega, perché qui "non c'è giustizia. La polizia pensa che tutti i ragazzi siano spacciatori e li arresta o li mena senza motivo. E' capitato a decine di amici miei. E poi non c'è lavoro, non ci sono opportunità. Così finiamo tutti in mezzo alla strada". 

Racconta che dove vive la droga "è dappertutto", anche se precisa che "io non bevo alcolici e non mi faccio". Ma la realtà è che "i ragazzi finiscono per spacciare perché non hanno altro da fare. Le ragazze invece possono guadagnare come prostitute". Michael non ha la fidanzata, "non è roba per me. Qualche figlio lo farò, ma non adesso. Prima di mettere incinta una devi avere un lavoro, sapere come sfamare la tua famiglia". Il padre di Michael "vive in una comunità qui vicino, perché ha avuto dei problemi, ma quando ho bisogno compare".

E ancora, sul gesto della mamma: "Sì, l'ho capito che mi ha preso a schiaffi perché mi vuole bene. Ma lo sai come lo ha spiegato a me? Mi ha chiesto cosa mi avevano fatto quei poliziotti per prenderli a sassate. Non è che posso girare la testa dall'altra parte solo perché non mi hanno mai arrestato. Decine di miei amici, tipo Freddie, vengono abusati tutti i giorni dalla polizia. Ogni volta è come se lo facessero a me. Questo deve finire perché senza giustizia non avremo neppure la pace, né il lavoro". 

Dopo la scuola, Michael vorrebbe giocare a basket. Ma la sua scuola non ha una squadra. E' per questo che se ne vuole andare via. "Avremo pure eletto il primo presidente nero degli Stati Uniti, ma nelle strade di Baltimora non ci siamo accorti della differenza - continua -. Mica chiediamo troppo: giusto di non essere perseguitati per principio, e magari avere le stesse opportunità dei bianchi".


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